La legge Gelmini favorisce le baronie accademiche

La scorsa settimana la discussione della proposta Gelmini per la riforma dell'Università si era arenata sulla discussione di un emendamento anti-parentopoli proposto da Italia dei Valori. In sostanza si vietava l'assunzione in una Università a coloro che, nella medesima, avessero già dei parenti entro il terzo grado incardinati nei ruoli dei professori. In quella seduta sia Fli che Lega Nord avevano già dichiarato il loro voto favorevole.

Questa mattina, alla ripresa dei lavori, veniva presentato un sub-emendamento al nostro emendamento che, di fatto, ne svuotava il contenuto.

Sono perciò intervenuto nel seguente modo:

“Signor Presidente, noi abbiamo presentato una proposta emendativa che dava un colpo molto duro al familismo presente nell'università; familismo e nepotismo che sono evidenti, sotto gli occhi di tutti, ed è anche riportato da numerose inchieste della stampa.
Mi ha fatto piacere che sulla nostra proposta emendativa avessero espresso il loro parere favorevole tanto il collega Granata per il gruppo Futuro e Libertà per l'Italia, quanto il collega Reguzzoni per la Lega.
Le notti non portano consiglio, perché questo subemendamento svuota di fatto il contenuto della nostra proposta emendativa, perché nel momento in cui si fa riferimento al dipartimento – non prendiamoci in giro – è sufficiente che, per uscire dallo stesso un professore scriva una lettera di due righe, ed è fuori da quel dipartimento; per farsi riammettere è sufficiente che scriva un'altra lettera di due righe e nello stesso giorno è di nuovo dentro il dipartimento. Ma vogliamo prenderci in giro? Vogliamo trascurare l'opinione che, credo, da larghi strati del nostro Paese sta salendo contro questo tipo di pratiche? Vorrei anche aggiungere questo. Si è parlato di ragionevolezza costituzionale. Intanto, vorrei ricordare che la Corte di cassazione ha sancito un principio in virtù del quale le pratiche di familismo e nepotismo sono reati, che ammettono dunque per il loro contrasto anche comportamenti e azioni molto forti, per cui c'è un diritto alla meritocrazia che è presente nella nostra Costituzione e che è valido quanto gli altri diritti. E qualora eventualmente dovessero insorgere dei conflitti, lasciamo che sia la Corte costituzionale a risolverli qualora investita della questione. Questa è una cartina al tornasole tra chi in Italia vuole il cambiamento e chi, invece, vuole la conservazione dello status quo. Approvare questo subemendamento significa mantenere le cose come stanno. Si tratta di un subemendamento gattopardesco.
Mi dispiace se i colleghi del Partito Democratico dovessero ritenere di approvare una posizione di questo tipo perché è un atteggiamento – lo ribadisco – contrario al cambiamento che, su questo punto, è assolutamente necessario per salvare non sono la nostra università, ma forse anche il Paese.”

Nonostante le nostre rimostranze il sub-emendamento è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza, dell'Udc e purtroppo anche del Pd. A questo punto non aveva più senso mantenere il nostro emendamento con la modifica così approvata ed abbiamo preferito ritirarlo per non concedere alibi a nessuno. Ho perciò detto:

“Signor Presidente, questo subemendamento evidentemente stravolge il nostro emendamento e lo vanifica. Credo che il Ministro Gelmini faccia una figuraccia, perché è andata a dire agli studenti che questo provvedimento è contro i baroni. L'approvazione di questo subemendamento è invece a favore delle baronie locali, che con una semplice lettera di dimissioni e riammissione al dipartimento potranno fare quello che vorranno al momento della chiamata dei professori.
Per questo motivo, signor Presidente, noi ritiriamo l'emendamento perché non ne riconosciamo più la funzione che aveva in origine.”

Per la cronaca l'emendamento da noi ritirato è stato fatto proprio dal Fli ed è stato poi approvato con il nostro voto contrario

Sono infine intervenuto sulla discussione di un emendamento a firma Tabacci che prevedeva di destinare fondi all'Università riducendo i rimborsi elettorali ai partiti. L'on. Sposetti del Pd ha dichiarato che considerava l'emendamento “volgare”. Ho perciò detto:

“Signor Presidente, mi associo alla dichiarazione che ha fatto l'onorevole Tabacci, e vorrei ricordare che secondo me è assai più volgare il fatto che in caso d'interruzione della legislatura si lasci in piedi un meccanismo che permette ai partiti di incassare i rimborsi elettorali anche per gli anni di legislatura non più esistenti (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Credo che sottrarre una parte di questi quattrini per destinarli ad un intervento utile come questo sia cosa saggia e buona (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).”

Per la cronaca l'emendamento è stato respinto con il voto favorevole della maggioranza, dell'Udc, e di molti deputati del Pd.

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