La Menarini sotto inchiesta per truffa all’ Ssn

Il vice responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Plauso all’operato delle forze dell’ordine ma ancora una volta ci troviamo di fronte ad un chiaro caso di management speculativo”

Perquisita le sede del gruppo farmaceutico Menarini. Nella giornata di giovedì i carabinieri del Nas, i funzionari della Agenzia delle entrate e gli investigatori della guardia di Finanza hanno notificato un decreto di sequestro di beni emesso dal gip Michele Barillaro. L’accusa è di truffa per guadagni illeciti che ammontano a 1 miliardo e 212 milioni di euro, frutto di operazioni societarie sviluppate a livello internazionale, che avrebbero permesso alla nota industria farmaceutica di rifornire il Servizio sanitario nazionale con farmaci venduti a prezzi superiori al dovuto. Il risultato dell’inchiesta partita nel 2008 ha reso noto che la Menarini avrebbe ingannato per anni il ministero della Sanità e la commissione prezzi farmaci, che stabilivano i valori di vendita dei medicinali in base ai prezzi fraudolentemente maggiorati delle materie prime.

“Ancora una volta in Italia esistono due categorie di imprenditori: c’è l’imprenditore operativo che si occupa di portare avanti progetti produttivi all’interno delle aziende, e poi ci sono gli imprenditori speculativi. Questa seconda tipologia è guidata da industriali che hanno come fine ultimo ed esclusivo quello di guadagnare ogni anno sempre di più. Recentemente sembra che il nostro Paese sia sempre più popolato da gruppi manageriali che appartengono alla seconda tipologia di classe imprenditoriale”. E’ questo il primo duro commento rilasciato dal viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Luigino Smiroldo.

“Ci troviamo di fronte ad una situazione dove il presupposto è trovare tutti i sistemi possibili ed impossibili per poter aumentare i guadagni, anche nel caso in cui agire in tal senso porterebbe ad azioni illecite. Mi stupisco del fatto che le persone deputate a valutare le offerte pervenute alle unità sanitarie locali non si siano accorte che c’era dietro una speculazione – continua con l’attenta analisi l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – . Nelle istituzioni italiane in generale, e in questo caso specifico nell’ambiente sanitario, mancano dei veri e propri controlli su chi svolge le diverse attività di accertamento sui fornitori. Si verificano continuamente situazioni in cui emerge una forte necessità di ispezione sui controllori”.

Smiroldo conclude il suo vivo commento aggiungendo: “Grande merito va indubbiamente riconosciuto al lavoro delle forze dell’ordine, tuttavia questo episodio si va ad aggiungere ad una lunga lista di situazioni che hanno visto sempre più agire sullo sfondo imprenditori a management speculativo”.

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