LA RIFORMA VA SUL TETTO…

Ho cercato di documentarmi abbastanza bene sulla riforma dell’università e mi sono convinto che quella della Gelmini non sarà una riforma perfetta (che peraltro non esiste) ma obbiettivamente un buon passo avanti. Ritengo che la gran parte delle proteste siano strumentali e comunque di una minoranza studentesca che spesso neppure la conosce, ma alla fine dimostra solo di non voler cambiare le cose mentre il sondaggio qui sotto dimostra il contrario. Piuttosto il vero limite della riforma è il “solo” miliardo di euro (2.000 miliardi di lire!) che è disponibile per realizzarla, una somma enorme eppure sicuramente insufficiente, ma di questi tempi scusate se è poco. Ricerca ed università meriterebbero molto di più per riqualificare e rilanciare le scienze nel nostro paese ma fondi non ce n’è ed è già un miracolo quello che economicamente si va tentando. Ecco perché alcuni emendamenti migliorativi dell’opposizione sarebbero del tutto condivisibili, ma non hanno purtroppo possibilità di copertura finanziaria.

Che poi l’opposizione politica protesti è naturale (non avremmo fatto lo stesso, se fossimo stati noi al loro posto?) ma è sicuramente un male del sistema politico italiano dire quasi sempre di “no” solo perché comandano gli altri.

Mi ha fatto piuttosto un po’ sorridere vedere Bersani arrivare sbuffante e ansimante in cima a un tetto della facoltà di architettura di Roma (soprattutto “per farsi vedere” da TV e giornalisti che guarda caso erano tutti lì!) quasi stesse partecipando ad una convulsa riunione del PD e poi sullo stesso tetto salirci a ruota l’ineffabile Tonino Di Pietro e poi ancora – ma ultimi, e quindi solo concorrenti alla eventuale medaglia di bronzo – anche i neo “mezzi-oppositori” finiani del FLI, un pochino patetici nel correr dietro a questa e quell’onda, forse sperando di guadagnare non si sa quali consensi…

…EPPURE E’ NECESSARIA

Su ”analisi Politica” una interessante raccolta di recenti statistiche realizzate in collaborazione con Ferrari Nasi & Associati sulla percezione della popolazione riguardo alcuni aspetti dei problemi legati all’Università Italiana. I risultati sembrano andare in un'unica direzione: due terzi degli italiani riconoscono la forte differenza qualitativa tra atenei, quindi ritengono (76%) che gli stessi devono essere sovvenzionati in base ai risultati accademici ottenuti. Ancora di piu' ciò deve avvenire per i singoli docenti (81%). Il 37% degli italiani, contro il 22% del resto d'Europa, ritiene che il sistema formativo sia più indietro rispetto a quello degli Stati Uniti; così come il 43% contro il 39% pensi che la ricerca italiana non sia a livello dei migliori paesi stranieri. Emblematico che il 72% (e la quota aumenta molto tra i laureati) ritenga che “in Italia i concorsi universitari siano spesso pilotati” e che neanche la metà degli italiani ritenga che “chi merita e chi è bravo riesce sempre a fare carriera”. Per concludere, quale riepilogo, si può citare il dato che vede la quasi totalità degli italiani ritenere come “l'Università italiana abbia bisogno di una seria riforma” (79%).

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