Nell’ attuale crisi politica italiana, questo concetto potrebbere a prima vista contro corrente e contraddittorio. Fermo reastando che chi si vende per denaro o interessi che non hanno niente a che vedere con la rappresentanza senza vincolo di mandato, dovrebbe vergognarsi e andare in galera, per violazione della Carta fondamentale dei diritti democratici. I nostri padri costituenti nel 48, onde evitare il mandato imperiale, tanto amato dai Re e Dittatori, con l’articolo 67 vollero garantire al parlamento, piena liberta’ nell’ espressione del voto. Detto cio’ questo principio privatistico non vuole dire che il parlamentare puo’ spostarsi da un partito all’altro a proprio uso e consumo. Non e’ detto che questo paletto non potrebbe essere messo in discussione e modificato in futuro. Una cosa e’ la libera espressione di voto in piena coscienza un’ altra e’ rimanere in parlamento e indossare un nuovo vestito politico. Ovviamente il parlamentare che si ricrede del suo mandato ( non sono molti) potrebbe dimettersi e ricandidarsi nel suo collegio elettorale, onde evitare abusi e ri-abusi. In altre parole per bilanciare i poteri, rimandare il mandato al popolo sovrano!
