Alle porte dell’inverno, ci sembra utile presentare un primo, sommario, bilancio di questo 2010 segnato dal perdurare da una crisi economica che, almeno da noi, si è presentata atipica. La panoramica di questi mesi, comunque lì si osservi, mette in evidenza il persistere di una situazione economicamente negativa. Il 2009, anno della profonda crisi internazionale, si era concluso con deboli segnali di ripresa; anche nazionali. Invece, tutto è precipitato. Dopo l’approvazione della Legge Finanziaria 2011, forse l’Esecutivo tornerà a casa; ma i problemi d’Italia resteranno tutti. Anche di più. Per ora, la meta è quella di raggiungere, e mantenere, un Prodotto Interno Lordo (PIL) sopra l’1%. Resta che le nostre perplessità su quest’obiettivo, se pur modesto, restano. In questa prima tornata del Governo Berlusconi si è tentato di tamponare i problemi interni in modo evidentemente non consono alla bisogna. Langue l’occupazione, aumenta il numero dei senza lavoro ed il potere d’acquisto dei salari si è assai ridimensionato. Sarà, tanto per scriverla tutta, un Natale in sordina. Almeno sotto il profilo consumistico. Le stesse forze sociali, anche se non è la prima volta, si presentano divise su quei punti che riteniamo vitali per il Paese. Dati gli aspetti internazionali dei nostri rapporti con gli altri Paesi UE, il costo del denaro è, da noi, ancora troppo alto per stimolare investimenti a lungo termine e quelli a termine breve si sono rivelati più negativi che utili. Di ciò tutti ci siamo resi conto. Fotografare oggi la politica del Paese sarebbe “tecnicamente” impossibile. Gli equilibri politici non esistono più. Il Tripartito che ci governa tenda allo sfascio e la Sinistra “Rosa” appare ancora poco credibile. Insomma, le alleanze per un futuro governo stabile restano ancora tutte in pectore di chi crede d’averle. Per contenere il processo involutivo, che non potrà, però essere eliminato, resta la prospettiva di nuovi sacrifici. Si tornerà a mettere le mani nelle tasche degli italiani tramite l’imposizione indiretta che è il metodo più subdolo per mungere denaro al contribuente. Lo stesso Berlusconi, nonostante il suo ottimismo, ha riconosciuto che la situazione nazionale richiede cautela e massima responsabilità; ma anche coerenza d’azione. Almeno secondo il programma elettorale che il Cavaliere aveva illustrato al popolo italiano al momento del voto. I suoi alleati si stanno sgretolando e le strategie che li tenevano uniti pure. Le tensioni sociali, di conseguenza, continuano ad aumentare con manifestazioni che sono veri e propri atti di violenza urbana. Intanto, e per fortuna, entro il mese sarà approvata la Manovra Finanziaria per il 2011, poi si vedrà. Secondo il nostro punto di vista, confortato da oltre 50 anni d’analisi della situazione politica nazionale, sarebbe opportuno trovare uomini nuovi, con progetti nuovi, per dare al Paese quella fiducia che adesso manca. Del resto, la crisi economica ha anche “sfiorato” i nostri Connazionali all’estero che, negli anni, hanno continuato ad investire i loro risparmi in Patria. Era meglio se si fossero indirizzato altrove! Le banche non gratificano la parsimonia e vendono denaro ad interessi tanto elevati da rendere molto difficoltoso accendere anche un mutuo in mancanza, poi, d’entrate sicure. Quello che maggiormente ci preoccupa è lo stato della nostra economia per il biennio 2011/2012. Se nei prossimi ventiquattro mesi il PIL non salirà almeno di un altro punto, potrebbe essere la bancarotta. Con tutte le conseguenze già vissute in Grecia e, sotto altri profili, anche in Portogallo. Meglio, quindi, a prepararci a nuovi sacrifici che, magari con diverso nome, impoveriranno le nostre tasche nel tentativo di salvare un’economia che è agonizzante.