Cinecittà  torni all’eccellenza

Autore La Redazione

Manifestazione oggi pomeriggio presso gli studi di Cinecittà di Roma, per protestare contro la grave situazione in cui si trova il settore cineaudiovisivo, che svolge un ruolo trainante di tutta l’economia di Roma e del Lazio e di tutta la filiera produttiva: fra Cinecittà Studios, Cinecittà Luce e Cinecittà digital vi sono 400 dipendenti, e più in generale tra registi, attori e maestranze specializzate si arriva nel Lazio a 6000 addetti. Si calcola un indotto di 10.000 piccole e medie imprese artigianali del settore cineaudiovisivo con circa 100.000 posti di lavoro. All’iniziativa di oggi erano presenti anche Antonio Di Pietro, Vincenzo Maruccio, responsabile regionale IdV, Giulia Rodano, consigliere regionale IdV, e Maurizio Zipponi, responsabile nazionale Lavoro e welfare IdV, che hanno voluto manifestare la loro vicinanza a tutti gli operatori di un mondo oggi in grave difficoltà.
Con l’avvio della privatizzazione del Polo cinematografico di Cinecittà, infatti, la nuova proprietà si è disinteressata del suo sviluppo e della sua valorizzazione. Di conseguenza tutti i piani industriali che in questi anni si sono susseguiti non solo non hanno favorito il rilancio di Cinecittà, ma ne hanno accompagnato la decadenza.
Il gruppo Idv in Consiglio regionale ha presentato proposte di legge che riguardano il comparto cinematografico e che prevedono, fra gli altri, strumenti di riorganizzazione e rilancio del comparto, l’anticipo della restituzione dell’IVA per produzioni straniere che vengano a girare nel Lazio e contributi per chi viene a girare negli studios. Queste proposte si inseriscono nel quadro di una regione la cui nuova amministrazione Polverini ha determinato di fatto uno stallo delle iniziative rivolte al settore, con addirittura 49 opere cinematografiche in attesa di essere valutate da un nuovo nucleo di valutazione.
Il problema investe anche le 250mila persone che in tutta Italia lavorano nell’industria dell’audiovisivo, visto che il Ministro Bondi non ha ad oggi fornito alcuna certezza riguardo il rinnovo di tax credit e tax shelter, strumenti fiscali istituiti per la prima volta dal Governo Prodi che favoriscono con trasparenza gli interventi privati nel cinema italiano di qualità e incentivano la crescita dell’industria audiovisiva. Non solo: il governo Berlusconi ha ridotto ulteriormente il Fondo Unico dello Spettacolo e l’investimento nel settore, che in Italia è al minimo storico e che invece negli altri paesi è un valore riconosciuto politicamente, economicamente e socialmente.

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