Genova, milionario vendendo cràªpes?

La Corte d’Appello di Genova, su richiesta della Dia ha disposto il sequestro e la confisca dei beni della famiglia Sechi nel capoluogo ligure, per un valore stimato intorno al milione di euro. Nel particolare si tratta di 2 autovetture e 2 motocicli, quote e proprietà di 2 società, con attività di creperie. Tutto riconducibile a Roberto Sechi. Le indagini patrimoniali condotte su circa 25 anni di posizioni reddituali di Sechi e della moglie hanno fatto emergere un buco non motivabile tra le attività dichiarate e i beni posseduti.
Sechi era già stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione nel 2000 con l’accusa di associazione mafiosa e violazione delle norme riguardanti gli interventi nel settore del gioco e delle scommesse clandestine. Ai tempi Sechi faceva parte di una “decina” – sodalizio criminoso di tipo mafioso – capeggiata da Salvatore Fiandaca, emissario del clan Madonia di Caltanissetta in Liguria. Le attività della decina svariavano dal traffico di stupefacenti al gioco d’azzardo clandestino, dalle estorsioni agli omicidi.
Scontata la pena, Sechi era tornato libero e aveva avviato le due creperie, oggi confiscate, oltre ad avere acquistato alcuni altri beni, mobili e immobili.

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