di Luca Bagatin
E' curioso notare come, anziché preoccuparsi del pericoloso estremismo delle religioni monoteiste istituzionalizzate (cristianesimo, islamismo, ebraismo) foriere – storicamente e attualmente – di divisioni, guerre, genocidi in nome della trimurti antispirituale 'Dio-Allah-Javè', il nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, dimenticandosi persino delle sue origini socialiste e liberali e del fondamento laico sul quale si fonda il nostro Stato democratico, nato dal Risorgimento 'cavouriano', 'mazziniano' e 'garibaldino', scriva un articolo su 'l'Osservatore Romano' – organo del Vaticano – nel quale straparla di “estremismo da contrastare” riferendosi “all'ateismo, al materialismo e al relativismo”, invocando una sorta di alleanza fra cristiani, musulmani ed ebrei. Chi scrive non è un ateo né un agnostico, bensì un profondo credente nella spiritualità e nella divinità insita in ogni individuo e, dunque, nel cosmo. Crede fermamente, anche sotto il profilo gnostico e teosofico, che la premessa per la pacifica convivenza civile fra gli individui sia fondata unicamente sulla laicità dello Stato, sulle libertà civili, economiche e individuali. E che quindi il problema non stia in chi è ateo o relativista, bensì in chi pretende di imporre – mediante apposite normative – un credo piuttosto che un altro, una visione del mondo piuttosto che un'altra. In questo senso, l'Italia è un Paese profondamente clericale e tendente al teocratico. E le dichiarazioni del ministro Frattini sono in linea con tale pericolosa e antidemocratica concezione che, peraltro, raggiunge la sua apoteosi nell'elevare il crocifisso a simbolo di laicità. Dimenticando o ignorando, per mancanza di nozioni, che il crocifisso deriva dalla tradizione esoterica degli antichi Egizi e che nulla ha a che vedere con quella cristiana, la quale ha fatto proprio questo ben più antico simbolo (lo ripetiamo, come abbiamo fatto in numerosi altri articoli, che Gesù detto il 'Cristo' venne crocifisso su una 'tau', come in uso allora dai Romani e non su una croce). L'Italia, lo ribadiamo, è un Paese profondamente clericale. E di ciò pochissimi se ne curano se non noi, eredi della tradizione risorgimentale e liberale. Pensiamo alla legge 40 sulla fecondazione assistita; alla mancanza di una normativa sul testamento biologico o, meglio, sull'eutanasia; alla mancanza di una normativa che introduca le coppie di fatto; alla mancanza di una normativa che regoli le 'non-droghe' come hashish e marijuana e, dunque, ne blocchi un mercato clandestino e criminale. L'elenco di normative presenti o mancanti, che hanno tutte accontentato lo straniero Stato della Città del Vaticano, è lungo. Stato che, anche recentemente, ha strizzato l'occhio persino all'antidemocratico Iran di Ahamadinejad (quello che – lo ricordiamo – nega l'Olocausto e che vorrebbe eliminare fisicamente il democratico e laico Stato di Israele), relativamente a una possibile lotta contro la laicità. Ancora una volta, dunque, è minacciata la libertà di pensiero e di coscienza nel nostro Paese e, probabilmente, anche nell'Occidente democratico. Il nostro è un Paese che finge di preoccuparsi delle minoranze cristiane martoriate e vilipese all'estero e, al pari dei fondamentalismi di altri Paesi, pretenderebbe di voler contrastare chi ha una visione diversa dai cristiani o dai musulmani. Che il ministro degli Esteri italiano si aggregasse al carro dei nuovi fondamentalisti, davvero non ce lo saremmo mai aspettati.(Laici.it)
(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)