Le macerie dell'armeria dei gladiatori a Pompei
Io credo che Di Pietro abbia ragione quando dice che Fini fa opposizione nei fine settimana per poi tornare a vestire i panni dell’uomo di maggioranza durante la settimana, cioè quando si lavora e si vota in Parlamento. Il discorso di oggi sembrava davvero quello di un leader dell’opposizione perché ha smantellato 16 anni di politica di Berlusconi. Molti di questi, 8 negli ultimi 10, di governo.
Fini è apparso molto convincente in alcuni passaggi, ad esempio quando ha detto che bisogna assolutamente cambiare la legge elettorale perché devono essere i cittadini, e non le segreterie di partito, a decidere i propri rappresentanti.
Peccato che la maggior parte degli argomenti citati da Fini nel suo discorso a Bastia Umbra sino stati fino a qualche mese fa condivisi, e i provvedimenti che ne sono seguiti, compresa la legge elettorale in vigore, votati da tutti i parlamentari che oggi fanno parte di Futuro e Libertà.
Fli ha condiviso e votato finora tutti i provvedimenti ispirati dalla Lega, tutti i tagli di Tremonti, tutte le leggi ad personam di Berlusconi.
Penso che ognuno abbia la possibilità di riconoscere i suoi errori nella vita e voltare pagina, quindi anche a Fini deve essere concessa questa possibilità. Ma di errori il presidente della Camera ne ha commessi tanti, forse troppi: questo è il quarto partito in cui transita e ancora girano alcune foto in cui si dilettava, non più di 20 anni fa, nel saluto romano, simbolo dell’ideologia fascista che poi ha abiurato.
Ma ho l’impressione che il riconoscimento degli errori da parte sua sia un atto del tutto strumentale. Ha abiurato il fascismo per essere sdoganato politicamente e per questo motivo ha fondato An sciogliendo il Movimento sociale. Poi ha chiuso An ed è entrato nel Pdl per diventare l’erede di Berlusconi. Quando ha capito che il cavaliere non glielo avrebbe mai permesso, lo ha lasciato fondando Futuro e Libertà e ora, nonostante una serie di critiche che nemmeno Bertinotti ai tempi di Prodi, resta nella maggioranza e alcuni suoi uomini continuano a far parte del governo. Si è limitato a chiedere le dimissioni di Berlusconi sapendo che egli (e lo ha già fatto sapere) non ha alcuna intenzione di lasciare.
Dunque chiedergli un briciolo di coerenza sarebbe cosa vana. Resta un’ambiguità di fondo: alle parole non seguono i fatti. Fini, come il gambero, fa un passo avanti la domenica e due indietro nelle aule parlamentari. Il suo lavoro di logoramento della maggioranza, del resto, ha effetti deleteri per il paese che si sta avvitando sempre più nella crisi. Berlusconi e Fini sono impegnati su affari di escort e di case, di cognati e di minorenni e non hanno tempo per dedicarsi ai veri problemi dell’Italia.
Il cerino che i due leader del centrodestra si stanno passando ormai da mesi sta per spegnersi, come le speranze dell’Italia finché resterà in vita questo governo.
Ma il giochino non potrà andare avanti ancora per molto tempo. Per questo il centrosinistra deve organizzarsi per tempo. Se ci faremo trovare pronti (l’Italia dei Valori lo è da un pezzo, è il Pd che deve darsi una mossa), tra qualche mese governeremo noi questo Paese: sarà un’impresa titanica, perché dovremo tirar su macerie come quelle della casa dei gladiatori di Pompei: il simbolo del fallimento del centrodestra su tutti i fronti.