Di Carmelo Vaccaro per la Pagina di Zurigo e La Notizia di Ginevra.
Giovedì 4 novembre, giornata delle Forze Armate e dell‘ Unita d’Italia, ha avuto luogo a Berna la cerimonia in ricordo della conclusione del Primo Conflitto Mondiale e di tutti coloro che in guerra o durante le missioni di pace hanno immolato la propria vita per il bene della Patria.
La cerimonia si è svolta in due momenti distinti: il primo al mattino, al seguito della S. Messa presso la Missione Cattolica, con la deposizione delle corone, presso la Cancelleria, in onore di tutti i caduti, da parte di S.E. l’Ambasciatore d’Italia Giuseppe Deodato ed il Col. Luciano Repetto, Addetto Militare presso la medesima Ambasciata, ed un’altra presso la Residenza da parte dell’Ambasciatore, del Consigliere per gli Affari Amministrativi e Capo della Cancelleria Consolare Dott. Nicandro Cascardi, del Presidente del COMITES di Berna Dott. Emirano Colombo, della Consigliera CGE Dott.ssa Anna Pompei Ruedeberg, e della Presidente del COMITES di Bienne Dott.ssa Natalia Concetta Pinizzotto, in ricordo del Capitano Fulcieri Paolucci Di Calboli, deceduto in Svizzera il 28 febbraio 1919 a seguito delle ferite riportate durante il conflitto, e medaglia d’oro al v.m.. Nella serata, invece, ha avuto luogo un ricevimento a cui hanno preso parte circa 200 invitati tra cui ambasciatori in rappresentanza delle diverse nazioni, ufficiali delle Forze Armate elvetiche, nonché personalità civili e religiose italiane e svizzere e l’On. Franco Narducci.
Un'organizzazione perfetta per una serata accogliente, con l’incontro di persone di diversi Uffici internazionali che hanno potuto degustare alcuni prelibati prodotti gastronomici della nostra Nazione.
In mancanza del Capo Gruppo Antonio Strappazzon, assente per altri impegni, Franco Vola, Vice Capo Gruppo e Luciano Caon consigliere, accompagnati da Carmelo Vaccaro Coordinatore della S.A.I.G e Amico del Gruppo, sono stati ricevuti dal Col. Luciano Repetto dove hanno portato i saluti del Gruppo Alpini di Ginevra.
In questa ricorrenza abbiamo intervistato il Col. Luciano Repetto per chiedergli quali siano i compiti dell’Ufficio dell’Addetto per la Difesa a Berna, anche nella prospettiva che vi possano essere delle riorganizzazioni ordinative dello stesso.
Col. Repetto, quali sono le funzioni del suo Ufficio?
Le possibilità di poter sviluppare formule di cooperazione tra le Forze Armate Svizzere e quelle italiane sono molteplici. Nell’ ultimo Rapporto sullo stato dell’Esercito sulla politica di sicurezza, presentato dal Consiglio Federale il 1 ottobre, viene indicata l’importanza della cooperazione bilaterale, da perseguire in diversi settori e svariate tipologie di funzioni.
Io ritengo che sia importante continuare a perseguire la collaborazione sulla base anche dagli accordi già sanciti nel tempo, o eventualmente da implementare, tra le F.A. italiane e svizzere, per riuscire a raggiungere obbiettivi che, in altro modo, sarebbero difficilmente perseguibili quali la lotta all’eversione e al terrorismo, reali minacce sempre più variegate in determinati settori, e inusuali sino a qualche tempo fa. Altro aspetto di particolare rilievo per la cooperazione bilaterale tra Svizzera e Italia è rappresentato dal supporto che le Forze Armate possono fornire alle popolazioni in caso di pubbliche calamità. In tale ambito, la cooperazione fra la Regione Territoriale 3 ed il 1° Comando Forze di Difesa è un chiaro esempio di una collaborazione che sta sviluppandosi per offrire ad entrambi spunti di riflessione per risolvere situazioni che potrebbero vedere coinvolte le popolazioni italiana e svizzera. Nell’ambito delle attività addestrative per le Forze Aeree, è stato recentemente firmato un accordo tecnico Cross Boarder Area per l’utilizzo di uno spazio aereo tra Italia e Svizzera per l’addestramento dei piloti delle rispettive F.A. Italia e Svizzera, inoltre, condividono una lunga tradizione nella salvaguardia dei diritti umani. Come si evince dal dépliant distribuito ai partecipanti a questa manifestazione, uno dei compiti delle forze armate italiane è infatti quello di fornire il proprio contributo alla gestione delle crisi internazionali al fine di garantire la pace, la sicurezza, la stabilità e la legalità internazionale, nello spirito della Carta delle Nazioni Unite, e nell’ambito di organizzazioni internazionali come l’ONU, l’UE e la NATO.
Considerando la neutralità della Svizzera e la sua non adesione a organizzazioni internazionali quali l’UE la NATO, aspetti peculiari dello status della Confederazione, diventa fondamentale lo sviluppo e il perseguimento di accordi bilaterali con altri Stati, specialmente in campo militare. Il ruolo del mio Ufficio, quindi, è quello di rappresentare lo Stato Maggiore Difesa italiano e le varie forze armate come punto di riferimento costante per gli Stati Maggiori delle Forze Armate Svizzere, così come il collega Addetto per la Difesa elvetico svolge a Roma la medesima funzione.
Quali sono le motivazioni che potrebbero portare ad una eventuale chiusura dell’Ufficio dell’Addetto Militare presso l’Ambasciata d’Italia in Svizzera?
Nell’ambito della particolare situazione economica a livello mondiale che ha quindi coinvolto svariati settori dello Stato italiano, potrebbe essere attuata una riorganizzazione dell’Ufficio ed una eventuale chiusura della sede di Berna. Si auspica, comunque, che possa essere trovata una soluzione ottimale che consenta di ottemperare alle necessità economiche vigenti con il mantenimento delle funzioni, sommariamente descritte in precedenza, svolte dall’Ufficio dell’Addetto per la Difesa.
Foto da sin: Luciano Caon, Col. Luciano Repetto, Carmelo Vaccaro, S.E. Giuseppe Deodato e Franco Vola