LA PRIMA VOCE (ARGENTINA) A COLLOQUIO CON L’AMBASCIATORE D’ITALIA GUIDO WALTER LA TELLA

“Tutte le persone che sono qui, in questi anni, si sono distinte per grande spirito di collaborazione e grande rispetto delle istituzioni. In assoluto sono persone molto attive e molto popolari nelle rispettive città”. Con queste parole il Console Panebianco ha introdotto l'Ambasciatore d'Italia in Argentina, Guido Walter La Tella, alla platea di media e stampa riunita a Mar del Plata per incontrare il diplomatico. Nell'occasione Gustavo Velis, direttore del giornale “La prima voce”, ha rivolto alcune domande all'Ambasciatore, che riportiamo di seguito.
“D. Come vede la realtà dei nostri connazionali?
R. Prima di rispondere al settimanale, voglio ringraziare il Console Dottor Panebianco, grazie. Grazie di essere qui numerosi. Mi fa piacere di vedere che c´è un gruppo importante di stampa italiana a Mar del Plata e mi fa piacere di vedere la possibilità di passare qualche minuto insieme, a parlare di cose di comune interesse. Io sono a Buenos Aires, come sapete, da relativamente poco. Sono arrivato all'inizio dell'anno e devo dire che una delle priorità che mi sono posto è stata quella di fare visita a tutti i Consolati Italiani in Argentina. Perché sapete che abbiamo una rete molto fitta di Consolati Generali, Consolati e Viceconsolati. Quindi, ho cercato di viaggiare, di visitare, di prendere contatto con le collettività italiane in maniera abbastanza sistematica. E credo che sia stato un investimento molto importante, perché mi ha permesso di rendermi conto direttamente di quanto enorme sia il patrimonio di italianità che c'è in Argentina e quanto forti siano i legami, quanto vivo sia questo sentimento di appartenenza e di vicinanza anche alle nostre strutture che siano i Consolati, ma anche le associazioni e tutta la struttura e i rappresentanti delle collettività. Questo è un quadro che sicuramente é molto complesso, molto interessante e che riceve da parte mia una attenzione notevole. Quello che mi sembra è che, mentre c'è questo rapporto così forte – sentimentale, familiare, di ricordi -, credo che si possa fare molto di più per quanto riguarda il tradurre questo legame in qualche cosa che avvicini poi concretamente i nostri due Paesi. Cioè, ho l'impressione che non ci sia una corrispondenza piena tra la vicinanza affettiva e la realtà della vicinanza tra l'Italia e l'Argentina. Quello che vi posso dire è che a livello delle autorità di Governo Italiano c'è una grande attenzione verso l'Argentina. Oramai sono passati alcuni mesi, ma negli incontri, per esempio, che ho fatto prima di lasciare l'Italia per venire qui, cioè con Presidente della Repubblica, del Consiglio, ed altri, ci ho anche lavorato direttamente dentro il gruppo del G8. Poi con le autorità della Camera e del Senato, oltre naturalmente al nostro Ministro degli Esteri. Da parte di tutti l'Argentina è sentita una realtà molto viva, molto vicina. E quindi, sicuramente c'è una disponibilità, un patrimonio di attenzione e disponibilità dalla parte italiana. Ci sono state evidentemente delle vicende, nell'ultimo decennio, che hanno in qualche maniera influito sulle relazioni tra Italia e Argentina. La crisi del 2002 ha colpito duramente molti italiani, molti piccoli risparmiatori italiani: 500.000, vi ricorderete. Quindi ha creato sicuramente un elemento problematico nelle relazioni tra i due Paesi. Ci sono stati altri elementi di carattere economico, economico-commerciale che non sono stati proprio perfetti e quindi hanno provocato qualche tensione. Nell'insieme c'è stato un livello di relazioni buone sicuramente tra Italia e Argentina, ma non proprio così eccellenti come dovrebbero essere, visto quel legame tra il personale-familiare cui accennavo prima. Devo dirvi che ho l'impressione che negli ultimi mesi, molte cose stiano evolvendo nella buona direzione. Ci sono tutta una serie di indicazioni positive e sicuramente è stato fatto un passo avanti per quanto riguarda la situazione dei piccoli risparmiatori. Non è stato risolto ancora tutto; per una buona parte di loro una soluzione di compromesso è stata trovata. Alcuni problemi specifici sono avviati a soluzione. Avrete visto che un accordo importante che riguarda la Telecom è stato raggiunto con la Presidente della Repubblica; ed era un punto molto importante perché riguardava investimenti molto sostanziosi. Abbiamo cercato un incontro molto positivo a New York, a margine della Assemblea delle Nazioni Unite, tra il Ministro Frattini e il Ministro Timmerman, con una indicazione di principio del nostro Ministro di voler fare nel prossimo anno una visita in Argentina. C'è stata la volontà di tenere una Commissione Economica mista al più presto e, nelle settimane scorse, c'è stata una visita del Sottosegretario alla Difesa. Abbiamo rinnovato l'accordo in materia di Difesa tra Italia e Argentina con prospettive interessanti di collaborazione e di rilancio di varie attività, incluse attività produttive in Argentina. Insomma, mi sembra, da questi pochi esempi che vi sto dando, che si stia ricreando un clima positivo che permette di riportare le relazioni tra l'Italia e l'Argentina dove dovevano stare, cioè a un livello altissimo. Non possiamo accontentarci di relazioni che siano buone; dobbiamo andare verso relazioni che siano eccellenti. È questo l'obiettivo che anch'io mi sono posto per questi anni di missione qui, come rappresentante dell'Italia, per quanto riguarda la collettività italiana. Il mondo cambia rapidamente.
D. Riguardo questo cambiamento, come imagina le nuove generazioni nel futuro dell’Associazionismo?
R. Tutto cambia, i gusti dei giovani cambiano; le loro volontà associative si manifestano in maniera diversa. Io credo che tutta la struttura, anche del mondo associativo italiano, debba rispondere. Non può continuare a riflettere modelli del passato. E quindi, in tutti gli incontri, quello che sottolineo è soprattutto la ricerca di formule che piacciano ai giovani italiani o di origine italiana, che non si possono costringere a fare attività collegate alla collettività italiana; bisogna proporre loro cose che piacciano e che invitino a dire “sí, vado lí piuttosto che andare da un'altra parte; faccio questo, dedico una parte del mio tempo a questo piutosto che ad altro”. Perché in effetti c'è in varie associazioni (e di associazioni ormai ne ho viste tante) un fenomeno di invecchiamento, che va combattuto con intelligenza, cercando di trovare delle formule nuove che siano in linea coi tempi. Per quanto riguarda in genere le istituzioni anche economiche italiane, cerchiamo di lavorare strettamente con le Camere di Commercio. Il Console Panebianco ha contatti molto stretti, molto presenti con tutta la comunità imprenditoriale di Mar del Plata. Stiamo cercando sempre più di fare sistema. Io faccio riunioni periodiche a Buenos Aires, nelle quali evidentemente includo il nostro rappresentante dell'Ice, il rappresentante dell'Enit, quindi, anche la parte del turismo. E tutti gli organismi che in un modo o nell'altro rappresentano l'Italia, fanno parte di questo sistema. Ed è un concetto che è stato ormai reso ufficiale; anche come linea di Governo Italiano ci sono delle istruzioni del Presidente del Consiglio che ricordano che tutte le Istituzioni Italiane all'estero fanno capo all'Ambasciatore come punto di riferimento. È questo spirito di appartenenza che in passato forse ci ha contraddistinto come italiani: siamo come gli argentini anche noi molto individualisti. Quindi, forse è lí che bisogna esortare la ragione! E nonostante questo, però, vedo che c'è un vantaggio a lavorare insieme e cercare di trovare sinergie in squadra. Con il Console abbiamo un sistema di riunioni periodiche, abbiamo un sistema di consultazioni frequenti anche con tutti i rappresentanti della collettività, sia con il Comites sia con il Cgie. Insomma, credo che questo lavorare insieme sia un po' la chiave per il futuro. Ci sono dei punti di forza dell'Italia. Il mondo è cambiato molto e la crisi economica ha colpito tutti i Paesi (alcuni più degli altri). Per quanto riguarda il bilancio italiano, è stato necessario prendere delle misure di austerità; fare dei tagli che hanno anche inciso sul funzionamento del sistema, dell'Ambasciata e dei Consolati. Però, bisogna che questa parte venga affrontata con il rigore necessario, dando la priorità al miglioramento dell'efficienza, la capacità di utilizzare meglio le risorse che esistono. Esistono dei punti che, al di là degli aspetti finanziari, rimangono di grande forza per l'Italia. Sicuramente tutto quello che attiene alla cultura; l'Italia è una superpotenza culturale; e anche in Argentina. Penso che le nostre attività avvicinino la conoscenza al mondo della cultura italiana e poi, attraverso quella, anche al mondo della scienza, dell'innovazione, della tecnologia. È importante riuscire a trasmettere un'immagine dell'Italia che sia quella dell'Italia di oggi e non quella dell'Italia di 20 o 30 anni fa. Non perché in quella non ci sia niente, a parte la storia. Noi viviamo l'oggi e qualche volta nelle collettività all'estero, inclusa quella argentina, c'è un po' di distacco temporale tra quella realtà che s'immagina e quella che è la realtà dell'Italia. Perché l'oggi ha delle eccellenze straordinarie in tutti i campi: innovazione, ricerca, tecnologia, scienza, eccellenze universitarie. Ecco, anche di questo i “media” locali e italiani dovrebbero farsi portavoce. Io sto cercando di fare in modo che in Ambasciata il nucleo che si occupa di comunicazione venga rapportato in modo da poter diffondere ai “media” della comunità il maggior numero possibile di informazioni su cose che possano essere utili, che possano essere d'interesse per la collettività.
D. Ha fatto un bel riassunto, ma non ha parlato dei nostri rappresentanti e della Legge del voto degli italiani all’estero. Che ne pensa dei nostri Deputati e Senatori italiani eletti all'estero e della loro relazione con la comunità?
R. Guardi, la relazione con l'Ambasciata è ottima. C'è un dialogo aperto; un dialogo costante. Io ho incontrato vari rappresentanti a Rosario e Bueos Aires e posso dirle che il rapporto è molto buono. Svolgono un compito molto importante che è quello di rappresentare in Parlamento le istanze della comunità e della collettività italiana che è qui: un compito di grande e altissima responsabilità. Per quanto riguarda la Legge sul voto, noi la attuiamo: ci saranno elezioni nuove, come sapete tutti voi, e sarà un impegno fortissimo per tutta la rete Consolare. Nelle elezione scorse credo che abbiano votato 430.000 italiani; quindi immaginate che cosa questo vuol dire per la struttura dei Consolati: ha richiesto uno sforzo straordinario. Naturalmente in questa occasione, di solito, ci vengono anche dati dei rinforzi di struttura, che ci permetteno in qualche maniera di far fronte all'impatto. Vedremo cosa succederà con le prossime elezioni. Tutti sappiamo quello che abbiamo letto sui giornali, sulla possibilità che vi siano elezioni il prossimo anno. Però la Legislatura ha un suo costo ed ha ancora un tempo davanti a sé: vedremo quali saranno le decisioni che poi verranno prese in Italia. Noi ci organizzeremo al meglio, basandoci anche sull'esperienza accumulata via via, però teniamo conto che il numero degli italiani qui è molto alto e cresce ogni anno. Siamo arrivati quasi a 750.000 italiani. Di questi, molti votano. Questo dà la propensione elettorale al senso di responsabilità che è molto alto. Gli italiani qui votano con una percentuale molto forte”.
A questo punto dell'incontro altri presenti hanno rivolto domande all'Ambasciatore, tra le quali una riguardante la rinuncia di Swiss Medical al servizio di assistenza agli italiani indigenti che si trovano in Argentina.
L'Ambasciatore La Tella ha risposto ricordando che “prima che io arrivassi è stato fatto un negoziato molto complesso, molto difficile con Swiss Medical per riuscire a convincerla ad accettare un accordo. Perché Swiss Medical già dallo scorso anno non era più interessata a rinnovare la convenzione. L'accordo poi fu concluso, ma Swiss Medical impose allora la clausola della possibile rinuncia se dopo il primo periodo di 6 mesi avessero riscontrato che i conti non tornavano, perché naturalmente si tratta di una popolazione da assicurare che è anziana e vulnerabile. Quindi l'ottica della compagnia di assicurazione non è la nostra; la nostra è quella di assicurare che la gente sia assistita. La loro è quella che i conti tornino ed evidentemente dal loro punto di vista non tornavano. Quello che noi in questa fase abbiamo fatto è stata una ampia consultazione con i Consoli e con i rappresentanti delle collettività per vedere verso quale soluzione alternativa bisogna andare. Tutto questo avviene in un quadro di finanziamenti ridotti non perché qualcuno ce l'abbia con gli italiani in Argentina; vengono ridotti a tutta l'Amministrazione dello Stato con tagli che si sono resi necessari per via della situazione e delle misure di rigore di cui parlavo prima. Quindi, in un quadro generale di risorse ridotte, bisognerà trovare una soluzione. Una decisione non c'è ancora a questo riguardo, però il metodo che è stato adottato è quello di una consultazione ampia, cioè sentire tutti quelli che possono dare idee, suggerimenti e farsi portavoce delle esigenze della collettività”.

fonte aise

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