Ruby, la procura: “Perseguiamo reati e la vita privata non ci interessa”.
Noi perseguiamo reati commessi a Milano e non la vita privata delle persone che non ci deve interessare, sarà una banalità ma ci tenevo a dirla”. Il chiarimento è del procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati che in merito all'ultima bufera che ha coinvolto il premier Silvio Berlusconi conferma di aver ricevuto nella tarda serata di martedì gli atti dai colleghi di Palermo. Si rifferisce in particolare alle dichiarazioni di Nadia Macrì, la escort che ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali con il premier in cambio di soldi. Bruti chiarisce anche che l'inchiesta che nasce dalle dichiarazioni di Nadia Macrì sarà separata dalla vicenda Ruby anche se potrebbe essere assegnata in caso di evidenti connessioni allo stesso pm Antonio Sangermano coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini.Bruti: “La questura ha adottato la soluzione più ragionevole” – Il procuratore rifiuta di fornire indicazioni su persone indagate anche se sui media sono già usciti i nomi di Lele Mora e Emilio Fede in relazione al presunto favoreggiamento della prostituzione. Bruti ribadisce di considerare conclusa l'indagine relativa all'indentificazione, al fotosegnalamento e all'affido della giovane marocchina Ruby. “Alla fine possiamo dire che in Questura viene adottata la soluzione parsa più ragionevole – sono le parole del procuratore – ogni notte i pm dei minori hanno che fare con casi disperati e anche in altri occasioni si era verificato l'affido a persone maggiorenni senza il ricorso alle comunità”.D'Alema: “Copasir sentirà Berlusconi” – Della richiesta convocazione parla appunta il presidente del Copasir, che precisa: “Come è noto, il Copasir ha chiesto sin dalla sua costituzione di incontrare il presidente del Consiglio e finora non è stato possibile. E dunque, anche alla luce delle ultime vicende riguardanti la giovane Ruby “abbiamo confermato questa richiesta”. È una richiesta scritta che ora noi abbiamo confermato perché sono i servizi segreti che si occupano della sicurezza del premier e noi intendiamo tornare su questo tema e riteniamo sarebbe giusto sentire su questo e su altri temi il premier”.Dal Pdl precisano: “La questione di Ruby non c'entra” – In merito alla convocazione, i rappresentanti del PdL nel Copasir, Fabrizio Cicchitto, Giuseppe Esposito e Gaetano Quagliariello precisano che il presidente del Consiglio verrà sentito dal Copasir “sui temi istituzionali relativi alla sicurezza nazionale” e non sulle vicende relative al caso Ruby: “Il Copasir, fra molte altre cose, al termine della seduta – spiegano i pidiellini – ha preso atto del fatto che alcuni dei suoi componenti hanno richiesto che il presidente del Consiglio venga a riferire al comitato a proposito delle ultime vicende. Su questa richiesta sono stati espressi pareri discordi e, infine, non è stata assunta alcuna decisione. Diversa questione è l'eventuale audizione sui temi istituzionali relativi alla sicurezza nazionale, che nulla ha a che vedere con le contingenti polemiche politiche”. Cicchitto, Quagliariello ed Esposito quindi invitano “pertanto fin d'ora i colleghi del Copasir a non confondere le due questioni e a non dar vita a indebite strumentalizzazioni”.