Affidiamo alla Rete Internet la proposta di intenti in calce, per raccogliere adesioni o anche osservazioni preliminari al costituendo network,i cui principi ispiratori,politici e culturali,abbiamo cercato di definire con la massima precisione nel testo Sollecitiamo i circoli,i gruppi,le associazioni ed anche i singoli compagni interessati a manifestare il loro interesse ad essere inclusi in questa rete. Il carattere organizzativo del network e i suoi limiti sono espressi con la massima prudenza nella dichiarazione di intenti. Come vedete in questa fase non abbiamo nemmeno voluto dare un nome al network,cosa che si potrà fare quando sarà chiaro un primo quadro di adesioni.
Vi invitiamo a contattarci: intentinetwork@libero.it
PREMESSA – Il 30 settembre, nella sede del Forum Terzo Millennio a Roma-Garbatella, un gruppo di compagni provenienti da varie esperienze facenti riferimento al Socialismo europeo si è riunito del tutto informalmente e senza alcuna pretesa di rappresentanza, per valutare la possibilità di promuovere – con tutti coloro che saranno interessati – la costituzione di una rete di collegamento fra tutte le realtà non partitiche che si richiamano al socialismo (nel senso più ampio della parola: democratico, liberale, libertario) ed alle esperienze del liberalismo di sinistra, variamente organizzate sul territorio e che condividono l’esigenza di riorganizzare la sinistra italiana attorno a un grande partito di sinistra, socialista e popolare. Ne è scaturita la decisione di sottoporre alla più ampia consultazione questa bozza di documento.
DICHIARAZIONE DI INTENTI – per la costituzione di una rete nazionale di circoli e di associazioni di cultura politica socialista denominata:
E’ matura l’esigenza di sperimentare forme più efficaci di collegamento e di coordinamento delle iniziative fra la molteplicità di circoli, gruppi, associazioni e anche singoli compagni che da tempo hanno maturato una valutazione critica dell’assetto attuale dei partiti della sinistra in Italia e avvertono l’esigenza di contribuire a far nascere una nuova forza della sinistra italiana che sia grande, popolare e socialista, collegata con il Partito del Socialismo Europeo, interlocutore necessario e prioritario di una Sinistra italiana che agisca in un'ottica non provinciale o puramente nazionale, e con il vasto arcipelago delle fondazioni e delle associazioni che a livello continentale, con notevole originalità di approcci, hanno permesso e tuttora permettono al movimento socialista di rinnovarsi – nella continuità ideale, culturale e politica – anche attraverso il fecondo incontro con le correnti più marcatamente progressiste espresse dal pensiero liberaldemocratico, dall’ambientalismo non integralista e dai movimenti per i diritti civili.
Pensiamo a una forma di collegamento che sia rispettosa della autonomia e della estrema varietà delle esperienze in atto che va salvaguardata proprio perché si fonda su modelli organizzativi diversi e sperimentali.
Lo sguardo deve essere ampio e chiamare a collaborare un vasto universo che riguarda sia quanti vivono la loro esperienza politica e culturale fuori dalle organizzazioni partitiche della sinistra, sia quanti, singoli o organizzati, dall’interno dei partiti (PD, PSI, SEL, Federazione della sinistra) condividono l’obiettivo di un processo di scomposizione e ricomposizione degli assetti attuali per riorganizzare, anche eventualmente per tappe, la sinistra italiana attorno a un nuovo soggetto politico.
Ribadiamo che il partito secondo noi necessario dovrà avere una chiara identità politica di sinistra e fare riferimento al Socialismo europeo, come insieme di valori in continuo rinnovamento e arricchimento e con la contaminazione di altre esperienze liberal-democratiche e progressiste, e dovrà essere fortemente ancorato all’Europa, sia dal punto di vista organizzativo che come orizzonte politico strategico. La crisi economica impone un complessivo ripensamento anche sul fronte della teoria e della politica economica, come propone anche “La lettera dei 100 economisti” italiani del giugno scorso. La ripresa di un intervento pubblico nella sfera economica e la riconquista di un efficace peso politico e sociale del mondo del lavoro nelle sue nuove e varie articolazioni non possono oggi che passare attraverso una dimensione sovranazionale. L’Europa diviene quindi un’opzione strategica, a partire dalla quale le forze socialiste e di sinistra possono candidarsi per un effettivo governo dello sviluppo non subordinato alle logiche del capitalismo finanziario internazionale e alle politiche liberiste da esso ispirate.
Il network che questo manifesto vuole aggregare non si propone velleitariamente di essere il nucleo costitutivo del nuovo partito, né di essere il motore della sua fase costituente. I processi politici più importanti non sono certo nelle nostre mani, ammesso che siano oggi nelle mani di qualcuno. Le scadenze accelerate che si prospettano vedranno verosimilmente una sinistra e un centro sinistra organizzati ancora in modo precario e transitorio.
Pertanto la nostra rete lavorerà su due livelli:
– Il primo livello sarà quello dell’approfondimento politico-culturale. Si promuoveranno iniziative insieme alle varie riviste e fondazioni che agiscono nel nostro Paese facendo riferimento all’universo del Socialismo italiano ed europeo, nonché alle migliori tradizioni del liberalismo democratico radicale e progressista. La rete metterà a disposizione delle diverse realtà conoscenze, competenze e risorse umane per l’organizzazione di eventi, seminari e momenti di approfondimento utili ai territori per far crescere il livello di adesione rispetto ai temi chiave culturali e programmatici. Riteniamo di grande interesse, in proposito, il convegno internazionale su organizzato dalla rivista “Le ragioni del socialismo” in collaborazione con la Fondazione Ebert della SPD il 25 novembre a Roma. I partecipanti alla rete dovrebbero sostenere l’iniziativa del Gruppo di Volpedo che mira ad ottenere la possibilità di adesione al PSE da parte di circoli o singoli senza dover necessariamente passare per l’adesione a partiti nazionali aderenti al PSE: nell’ottica, sia pure di lungo periodo, di trasformare il PSE da confederazione di partiti nazionali a partito transnazionale europeo.
– Il secondo livello di azione consisterà nel favorire tutti i processi politici che in qualche modo aiutino la riorganizzazione della sinistra italiana secondo le ispirazioni sopra ricordate e a superare antiche e più recenti divisioni, ricordando che nel prossimo anno cade il 90° anniversario della scissione di Livorno . Un network che dunque pur non proponendosi come il “principe” dei processi politici, non si limiti neppure al solo ruolo di “consigliere del principe” rispetto agli attori del gioco politico. In quest’ottica guardiamo con estremo interesse all’imminente congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, appoggiando l’azione di quanti al suo interno e dall’esterno chiedono l’adesione di SEL al PSE e, comunque l’instaurazione di un rapporto prioritario di confronto con il Socialismo europeo e le sue organizzazioni .
In vista delle prossime primarie milanesi, riteniamo particolarmente significativa la candidatura di Giuliano Pisapia e speriamo che abbia un esito positivo il suo tentativo di unificare le forze politiche e culturali della sinistra, per rendere possibile un governo della città che si ponga – come affermato dallo stesso Pisapia – nel solco della tradizione del municipalismo socialista dei Greppi, degli Aniasi e dei Tognoli.
Nello scenario politico nazionale, auspichiamo che la candidatura di Nichi Vendola alle primarie di coalizione possa divenire l’occasione per avviare un processo di rimescolamento complessivo all’interno della sinistra, in un contesto di scomposizioni e successive ricomposizioni delle forze che dovranno costituire l’asse portante della coalizione di centro-sinistra, in un quadro che garantisca, finalmente, la chiarezza sia delle rispettive posizioni politiche e programmatiche, sia dei riferimenti politici sovranazionali.
A queste primarie il nostro network potrebbe anche contribuire con un proprio documento programmatico.
In questo contesto, un elemento strategico utile al riassetto della sinistra italiana è quello di rendere esplicite ed intellegibili le questioni politiche al centro dello scontro tra le varie posizioni, facendo emergere un dibattito che ormai attraversa da diversi mesi anche i grandi partiti socialisti e socialdemocratici europei. Si tratta del confronto tra le posizioni più liberal-liberiste e neo-centriste, che si pongono in continuità politica con la terza via blairiana e analoghe esperienze continentali, e le posizioni che potremmo definire neo-laburiste o neo-socialiste, che invocano una svolta a sinistra in netta rottura col recente passato. Di questa svolta sostanzialmente maggioritaria sono testimonianza le conclusioni del congresso di Praga del PSE, il documento congiunto del Partito socialista francese e della SPD tedesca da un lato e l’esito del congresso del Labour party inglese – con l’elezione di Ed Miliband – dall’altro. L’Italia non può e non deve essere assente da questo importante dibattito.
Una questione tutta italiana è invece quella riguardante la difesa della laicità dello Stato e la tutela dei diritti civili. Non è in discussione la legittimità delle posizioni diverse espresse in democratiche competizioni elettorali, ricordando – però – che i diritti di libertà non possono essere decisi a colpi di maggioranza proprio perché garanzia e tutela anche delle minoranze.
Ciò che non ci soddisfa e ci inquieta è che il maggior partito del centro-sinistra, il PD, non abbia fatto scelte nette e definitive su questi temi. La estrema timidezza e la mancanza di chiarezza e di univocità politica e programmatica del PD su laicità dello Stato, bioetica, difesa ed affermazione dei diritti civili e di “genere”, sono la prova del fallimento del progetto veltroniano di superamento ed annullamento delle identità ed hanno reso e rendono tuttora difficilissimo, per la sinistra e per tutti coloro abbiano a cuore la libertà individuale, il compito di contrastare un’offensiva clericale che vuole rimettere in discussione le conquiste civili che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra, e impedirne l’espansione come in quasi tutti gli altri paesi europei.
Su questi temi non vi possono essere mediazioni: l’approccio ad essi costituirà la cartina di tornasole per definire i confini politici, i valori e gli ideali della sinistra che vogliamo. Del nuovo partito della sinistra, socialista e popolare, che auspichiamo.
CONCLUSIONI – La rete socialista che prende vita sceglie dunque di posizionarsi strategicamente nell’ambito della ricollocazione a sinistra delle socialdemocrazie europee e collaborare a questo processo politico, anche per incalzare le ambiguità politiche di un PD la cui sbiadita identità politica lo ha reso e lo rende tuttora incapace di trarre le dovute lezioni dalla crisi economico finanziaria in atto e dal fallimento delle ricette neo-liberiste. In particolare questo implica che la rete socialista che viene promossa si collochi dunque, nello scenario politico italiano, a sinistra del PD, ritenendo il Partito Democratico in quanto tale inadeguato rispetto alle sfide politiche e culturali che un partito di sinistra deve oggi affrontare nello scenario di crisi economica internazionale.
L’adesione al socialismo europeo, pur essendo per noi un’adesione di principio che è alla base della nostra iniziativa politica, è comunque una scelta che compiamo a ragion veduta, identificando in tale riferimento – ad un tempo politico ed ideale – tanto il legame quanto lo sbocco più naturale per le tutte attività che intraprenderemo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Questa nostra scelta non esclude ma anzi, “costitutivamente”, presuppone e prevede uno sguardo interessato anche ad altre espressioni della Sinistra europea (ambientaliste, di Sinistra radicale o liberaldemocratiche), che in vari paesi hanno trovato forme di collaborazione con i partiti socialisti e laburisti e con le quali riteniamo sia importante instaurare relazioni proficue di discussione, di elaborazione e proposta ed anche di feconda contaminazione culturale.
Per queste stesse ragioni, guarderemo con viva attenzione alle altre esperienze socialiste e democratiche degli altri continenti, in particolare dell’area latino-americana, nella consapevolezza che il mondo sarà sempre più policentrico e sempre meno incentrato sull’asse euro-nord atlantico.
Enrico ANTONIONI, Roma; Felice BESOSTRI, Milano; Rosario DE MAIO, Napoli; Andrea ERMANO, Zurigo; Anna FALCONE, Cosenza; Luigi FASCE, Genova; Mario FRANCESE, Aversa; Peppe GIUDICE, Potenza; Marco LANG, Roma; Bebo MORONI, Roma; Andrea NATALINI, Roma; Sandro NATALINI, Roma; Andrea PISAURO, Londra; Walter PLACCI, Roma; Alessandro PORCELLUZZI, Barletta; Francesco SOMAINI, Milano; Lanfranco TURCI, Modena; Giuseppe VETRANO, Avellino.
Vi invitiamo a contattarci: intentinetwork@libero.it