Le proposte della Conferenza Mondiale dei Popoli sul Cambiamento Climatico ed i Diritti della Madre Terra si consolidano e ampliano nel testo di negoziazione sul cambiamento climatico elaborato durante l’ultimo round di negoziazioni, realizzato a Tianjin, in Cina.
A Tianjin ci sono stati diversi tentativi di sostituire il testo di negoziazione, dove sono raccolte le posizioni di tutti i paesi, per limitarlo a un testo dove fossero riassunti i principali elementi di consenso per Cancun.
In alcuni gruppi come “Differenti approssimazioni per le azioni di mitigazione” si è presentata una proposta che conteneva soltanto l’opzione a favore dei mercati. Dopo un lungo dibattito, in cui è prevalso il diritto di tutti a paesi alla presenza delle proprie posizioni nel testo di negoziazione fino a quando non si raggiunge il consenso, si è accordato un nuovo testo che include come opzioni le posizioni di Cochabamba contrarie al mercato del carbonio e si è aggiunto che nelle azioni di mitigazione è necessario far prevalere i diritti della natura.
Allo stesso modo, nel gruppo “Visione condivisa” si è introdotta la proposta di considerare gli impatti delle guerre nelle emissioni di gas effetto serra. Così come si è guadagnato il sostegno delle delegazioni riguardo la critica ai meccanismi di mercato legati alle foreste e la necessità di una visione integrale sulle foreste.
Nell’ultima plenaria si è avuta un’intensa discussione perché sono stati presentati testi di alcuni “facilitatori dei gruppi” che non erano stato previamente discussi. È chiaro che tutto il testo di negoziazione elaborato a Bonn rimane la base di negoziazione per Cancun, con l’aggiunta degli avanzamenti di Tianjin.
Nel testo di negoziazione che andrà a Cancun figurano, tra le altre, le seguenti proposte di Cochabamba:
•Limitare l’incremento della temperatura a 1 C.
•Riduzione delle emissioni di più del 50% per il 2017
•Diritti della madre terra
•Pieno rispetto dei diritti umani, dei diritti dei popoli indigeni e dei migranti climatici
•Costituzione del Tribunale Internazionale di Giustizia Climatica
•Nessuna creazione di nuovi mercati del carbonio
•6% del PIL dei paesi sviluppati per finanziare le azioni contro il cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo
•Abolizione delle barriere della proprietà intellettuale per facilitare il trasferimento tecnologico
•Nessuna mercificazione delle foreste
A Tianjin si sono registrati progressi nel quadro istituzionale a livello di finanziamento, trasferimento di tecnologia e adattamento; tuttavia l’argomento principale, che è la riduzione di emissioni prevista dal Protocollo di Kyoto, non ha visto nessun avanzamento nelle offerte dei paesi sviluppati. Lo stallo potrebbe portare a un incremento dai 3 ai 4 C della temperatura.
La situazione per Cancun è estremamente preoccupante. Esiste il pericolo reale che all’ultimo momento si cerchi di imporre un testo non negoziato né accordato dalle parti. Così come esiste il rischio che tutti i temi importanti come la riduzione delle emissioni o la vigenza del Protocollo di Kyoto si rimandino alla conferenza in Sudafrica o ancora più in là.
D’altra parte, esiste una grande pressione da parte dei paesi sviluppati affinché si dia luce verde ai nuovi meccanismi del mercato del carbonio, in particolare per quanto riguarda le foreste. In questo contesto l’unico modo per avanzare verso un risultato soddisfacente è rafforzando l’organizzazione e la mobilitazione dei movimenti sociali, ambientalisti, dei popoli indigeni, delle donne, degli intellettuali, degli artisti, dei giovani e del popolo nel suo complesso sotto l’egida dell’ “Accordo dei popoli” di Cochabamba.
Comunicato dello Stato Plurinazionale della Bolivia
Traduzione di Valentina Vivona