L’ALTERNATIVA ALLA QUESTIONE MORALE DEL LEGISLATORE

“Se dovessi fare un quadro decennale generale, da un punto di vista della nostra Costituzione, non esiterei ad affermare che oggi i nostri politici sono piu’ corrotti di quanto non lo fossero nel 1948 e riscoprirei l’acqua calda. L’elettore quando si reca alle urne lo fa tenendo in mente che il suo fututo rappresdentante adempi alle sue funzioni con disciplina ed onore,nel rispetto delle leggi e della Costituzione, rinuovendo di fatto gli ostacoli di natura socio-politici. ( EHHH) Abbiamo detto mille volte che l’alternativa sarebbe quella di bilanciare il rapporto tra legislatore e cittadino, oggi invece constatiamo un peggioramento ed una ulteriore alienazione di quest’ultimo. In primis i vari Lodi, in secondo luogo l’indifferenza del legislatore verso le petizioni popolari e quesiti referendiari. Un esempio chiarissimo e’ l’indifferenza del Senato verso l’iniziativa popolare presentata da Beppe Grillo e le migliaia di petizioni presentate ogni anno da comuni cittadini. Mi scuso con i miei 23 lettori per la semplicita’ del mio scritto, ma non ho mai imparato il politichese. Detto cio’, la questione morale del legislatore puo’ essere curata solo con l’abolizione del quorum referendario. Un deterrente a prova di leggi ad personam o inique, da parte dei nostri rappresentanti Questo l’abbiamo ribadito piu’ volte! L’ennesimo attacco alla Costituzione da parte dei politici e’ quello di sminuire i poteri sanciti al Capo dello Stato con il Lodo Alfano. Badate bene che i nostri padri costituenti ( che fessi non erano e nemmeno tutti comunisti) con l’ esclusiva dell’articolo 90: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione”, vollero istituire un paletto ( o meglio una palizzata) tra l’amministratore pubblico e il garante dei diritti.Il Presidente della Repubbica inoltre, a differenza del Presidente del Consiglio non ha poteri legislativi o amministrativi, ergo nessun conflitto di interesse. La questione morale del parlamentare e’ regolata da tre articoli della Costituzione, ossia il 27: “La responsabilità penale è personale. EHHHH!!~ Quante volte li abbiamo sentiti dire:” Tutti rubavano e lo fatto anch’io, oppure:” il debito pubbico l’abbiamo ereditato, mentre rubano allo stesso modo” All’articolo 48 ( azz anche questo l’abbiamo detto) :” Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge. Se oggi dovessimo contare tutti i politici indegni “scesi” in politica, dovremmo mettere sotto accusa tutte le Giunte per l’elezioni, susseguitesi nei decenni. Allarticolo 68:” I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni” E pure qui c’e’ molto da dire! Nell'esercizio delle loro funzioni, che tra l’altro e’ lo stesso principio sancito al Capo dello Stato, non significa necessariamente impunita’, ma un semplice “privilegio” democratico. Prima o dopo il loro mandato vanno giudicati egualmente, come ogni cittadino Se oggi esiste ancora una questione morale politica e’ perche’ in decenni i politici hanno violato la Costituzione.

Giuro solennemente di non aver inventato niente ed e’ tutto scritto nella Costituzione. Noi…e loro?

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