Lodo Alfano, mostruosità  giuridica

L'approvazione in commissione Affari Costituzionali al Senato del primo articolo del cosidetto Lodo Alfano costituzionale ha introdotto una nuova mostruosità giuridica.

Il presidente del consiglio è sottratto all'azione giudiziaria per reati comuni. La protezione è estesa dai procedimenti iniziati prima del suo ingresso in politica fino a quelli ora sopravvenienti. L'articolo dice esplicitamente che la protezione offerta dagli articoli 90 e 96 della Costituzione vigente non basta: ci vuole lo scudo assoluto.

I suoi sostenitori ribattono che la sospensione dei processi è solo temporanea. Ma non dicono tutto. In realtà è reiterabile fino a che il soggetto rivestirà quella o altra carica. E qui si misura il peso dell'eversione costituzionale.

Infatti la sospensione dei processi è garantita anche al Presidente della Repubblica, che non ne ha alcuna necessità. La mossa ha un duplice scopo. Il primo è coinvolgere il Presidente attuale. Ciò significa insinuare che anche lui ne ha bisogno: una specie di chiamata di correità preventiva. Ma il secondo è ancora peggio: perchè si apre la possibilità di una immunità continuata e virtualmente senza fine se Berlusconi riuscisse a scalare il Quirinale. Una ignominia che peserebbe per decenni sulla salute della Repubblica.

Perciò il cammino del Lodo Alfano incostituzionale al Senato pone la necessità di un chiarimento pubblico di grande rilievo. Bisogna prepararsi a contrastare l'oltraggio finale. Berlusconi al Quirinale mai!

Pancho Pardi

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