Aboliamo il CNEL e risparmiamo 20 milioni di euro!

Il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) è un organo di rilevanza costituzionale, retaggio del corporativismo fascista (assomiglia al Consiglio Nazionale delle Corporazioni voluto da Mussolini nel 1926), che secondo l’art. 99 della Costituzione “….. è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa.

È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l'iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge.”
Praticamente è un centro studi, ma in realtà è anche uno degli enti più inutili che ci sia ed è diventato semplicemente una sorta di cimitero degli elefanti per politici più o meno trombati, sindacalisti, rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro. E costa, costa un sacco di denaro ai contribuenti. Non meno di 20 milioni di euro, per produrre qualche rapporto, che qualunque centro studi, degno di tale nome, potrebbe realizzare per qualche decina di migliaia di euro.
Ma sazia parzialmente gli appetiti di tanta gente che gravita attorno alla politica e che da essa trae alimento per vivere o per arrotondare le proprie entrate senza fatica. Attualmente è presieduto da Antonio MARZANO, ex ministro berlusconiano delle Attività Produttive, ma in passato tale carica è stata spesso appannaggio dei leader sindacali. E’ composto da 121 consiglieri (erano 88 all’atto della sua istituzione). Ne fanno parte, tra gli altri, Raffaele BONANNI (Segretario generale Cisl), Guglielmo EPIFANI (Segretario generale Cgil), Luigi ANGELETTI (Segretario generale Uil), Carlo SANGALLI (Presidente Confcommercio), Emma MARCEGAGLIA (Presidente Confindustria), Paolo SCARONI (Presidente ENI), Fabio CERCHIAI (Presidente Ania –assicurazioni).
A molti dei consiglieri fa gola la retribuzione mensile di circa 1.500 euro netti, all'unica condizione di partecipare alle assemblee che si tengono una volta al mese: se non si partecipa, pazienza, si incassano solo 1.275 euro. Poi ci sono le trasferte ed i rimborsi spese: il Cnel spende ogni anno per le missioni in Italia (85mi1a euro), all'estero (220mi1a euro), e rimborsi spese per 1,2 milioni di euro. Per l'indennità del presidente, i vicepresidenti e i consiglieri lo Stato eroga annualmente 3,6 milioni di euro. I circa 70 dipendenti costano 7 milioni di euro (in media 100.000 euro a testa).
Italia dei valori fin dalla scorsa legislatura ne ha proposta l’eliminazione. Anche in questa il 13 maggio 2008 è stata depositata, a mia prima firma, la proposta di legge costituzionale n. 968 che prevede la soppressione del Cnel. Analoga proposta è stata inserita nella contromanovra economica presentata da Idv nel mese di giugno (http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=277&Itemid=1)

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