Nell’imminenza delle Celebrazioni del 150° dell’unità d’Italia l’on. Franco Narducci, parlamentare del PD eletto all’estero e Presidente dell’UNAIE (Unione nazionale associazioni di immigrazione ed emigrazione, che rappresenta una trentina di associazioni a carattere regionale e provinciale), e l’on. Laura Froner, deputata trentina, hanno scritto al ministro Frattini per sollecitarlo ad “attivarsi per ottenere la proroga dei termini che consentirebbe di riacquisire la cittadinanza alle persone di origine italiana discendenti di quei cittadini nati nel territorio del Trentino-Alto Adige e della Venzia Giulia che non hanno potuto acquisire la cittadinanza italiana ai sensi del Trattato di Saint Germain del 1919 a causa di una opzione non esercitata, non per negligenza ma perché emigrati all’estero”.
I due parlamentari, che hanno “particolarmente a cuore il problema profondamente umano degli eredi degli italiani residenti nei territori italiani ex austroungarici annessi nel 1919”, con questa iniziativa hanno raccolto anche gli auspici del mondo associazionistico impegnato per le comunità italiane all’estero, in particolare l’Associazione Trentini nel Mondo onlus.
“Crediamo sia doveroso – scrivono i due parlamentari – venire incontro alle attese degli eredi di migliaia di trentini che emigrarono nei due periodi compresi tra la fine dell’ottocento e il 1914 e tra l’armistizio del novembre 1918 e l’annessione all’Italia con il Trattato di Saint Germain, ponendo così fine ad un discriminazione. Molti di loro erano boscaioli e si recarono nelle zone boscose del Brasile ed in altre zone dell’allora Impero Austroungarico come l’attuale Croazia”.
Narducci e Froner ricordano che “gran parte degli emigrati partì dal Trentino, come dalle altre provincie italiane, prima del 1920: un'epoca in cui masse di lavoratori europei erano chiamati a coprire il grande fabbisogno di manodopera nelle Americhe” poiché era stata abolita la schiavitù.
A differenza degli altri italiani, gli emigrati trentini di quel periodo furono considerati stranieri dallo stato italiano e pertanto tagliati fuori dalla comunità di origine. Privati della cittadinanza dell'Impero Austro-Ungarico fin dalla partenza, gli emigrati si trovarono nello stato di apolidi, incapaci di trasmettere ai loro discendenti la stessa cittadinanza originale. Caduto l’impero, essi risultarono parimenti esclusi dall’estensione della cittadinanza italiana, all’atto dell’annessione del Trentino all’Italia, essendo la stessa riservata a coloro che rientrarono nel territorio italiano entro un anno.
Una condizione che non potè realizzarsi, per le enormi distanze e difficoltà di spostamento dalle terre di emigrazione, la povertà e la lotta alla sopravvivenza degli emigrati e nell'Italia stessa.
“Altra consistente parte di emigrati lasciò il Trentino fra il 1946 e il 1965 – spiegano i due deputati del PD – Essi dovettero normalmente acquisire la cittadinanza dello stato di residenza per essere integrati nella società perdendo automaticamente la cittadinanza italiana con il risultato che milioni di persone sparirono da ogni menzione in Italia”.
Secondo Narducci e Froner non si deve “permettere che la mancata applicazione della legge n. 379/2000, in materia di acquisto della cittadinanza italiana per i discendenti di emigrati dal Trentino e dagli altri territori uniti al Regno d'Italia nel 1919, possa arrecare danno” a questi particolari emigrati trentini “impedendo il riacquisto della cittadinanza visto che attualmente le domande possono essere presentate fino al 20.12.2010 e che per motivi tecnici non si è fatto in tempo ad accogliere tutte le richieste”.
I due parlamentari hanno chiesto al Ministrop Frattini di “intervenire affinché si possa arrivare a garantire l’auspicata proroga” di cui si sono fatti promotori, insieme all’on. Fabio Porta, anche in sede parlamentare con una apposita Proposta di Legge.