Trasferito don Aniello: usava il Vangelo contro la camorra! Saviano dica qualche cosa!

Ha detto l’ultima messa ai suoi parrocchiani di Scampia, don Aniello Manganiello, trasferito a Roma per volere della autorità ecclesiastiche. E nel silenzio generale. Ha detto: «Dopo la fiaccolata organizzata a luglio a Napoli contro il mio trasferimento e la conseguente risonanza nazionale è calato il silenzio. A mio avviso penso che questo silenzio possa essere stato imposto. Da chi non lo saprei dire…». Più di mille persone lo hanno voluto salutare.
. Le cronache parlano di commozione e rabbia per la sua ultima messa a Napoli dopo sedici anni vissuti in trincea in un territorio ad alta densità camorristica. Una scelta spiegata dall'Opera don Guanella con logiche di avvicendamento. Don Aniello non è stato tenero con le gerarchie ecclesiastiche: « Mi sento violentato psicologicamente per un trasferimento che mi impedisce di proseguire un percorso».La Chiesa dovrebbe essere « più incisiva nella lotta alla criminalità …. specie nell' amministrazione dei sacramenti…». Ha aggiunto ancora: “Avrei voluto la solidarietà elle altre parrocchie invece di sentirmi dire che ero scomodo o fuori dal coro. Tutto questo mi ha amareggiato. Così come l'accusa di aver strumentalizzato i mass media per crearmi l'immagine di prete anti-camorra. Ma io le minacce di morte le ho ricevute sul serio dopo l'intervista a 'Le Iene', non sono un'invenzione”………. Oggi nella Chiesa mi pare si facciano dei bei discorsi ma poi siano pochi i fatti. Per questo mio modo di impormi come martello sulla camorra e i camorristi, il denunciare, questo attaccare le loro prepotenze e dirlo in tv, ai giornalisti e indicare dove si spaccia, dove si chiede il pizzo, ho avuto rimproveri e critiche all’interno della chiesa stessa. Io ho rifiutato il matrimonio ai camorristi e il battesimo ai loro figli quando non accettavano un percorso di conversione mentre tanti parroci, per non avere noie, i sacramenti continuano a darli anche a questa gente. Per questo sono un prete scomodo non in linea con gli altri parroci, ma io rifarei tutto».
«Quando arrivai fui colpito da un ragazzo diciottenne, ex pusher dei Di Lauro, che aveva iniziato il cammino in carcere. Lo presi come figlio. Oggi è completamente rinato, allora era morto. È sposato, ha due bambini e ha scritto un bellissimo libro, Ali bruciate. Si chiama Davide Cerullo e oggi, in giro per l’Italia, parla di legalità per dire che è possibile liberarsi della mafia, della camorra. L’altra cosa che mi colpì quando arrivai fu un muro con inferriata alto più di due metri e che separava il centro Don Guanella dalla strada. Lo feci abbattere e la gente apprezzò tantissimo, perché fu come aprire “i cancelli” della Chiesa, senza paura dei ladri, degli spacciatori, dei delinquenti. Tutti potevano entrare nella nostra casa.
Le difficoltà maggiori le ho trovate dalla politica. Quando ho denunciato la collusione della politica con la camorra il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, invece di interrogarsi su queste parole e di chiamarmi ha minacciato di querelarmi alla Procura della Repubblica. A Bassolino, nel ’96, durante una riunione con noi parroci da lui convocata, dissi di chiedere scusa per i ritardi e la condizione delle periferie. Rispose che non si sentiva responsabile di nulla e gli diedi del “pidocchio” su Repubblica. Il giorno dopo mi chiamò dandomi del mascalzone.
“Mi hanno tacciato di essere un prete di destra. Ma quale destra e quale sinistra?! Io nelle mie denunce non sono stato condotto da motivi ideologici o scelte partitiche: le mie denunce le ho fatto perché vedevo il degrado, il malgoverno, i ritardi, la gestione scandalosa dei soldi della collettività! Il menefreghismo di certa politica e la collusione provocava in me una ribellione per dare voce alla gente che per paura o per clientelismo non parlava».
E' finita con cinque minuti di applausi e i fedeli che non volevano lasciare la chiesa. E con qualcuno che ha sparato fuochi d'artificio: “Sono stati i miei bambini – spiega don Aniello frenando su altre possibili interpretazioni – mi hanno voluto festeggiare così”.
Una domanda finale: ma perché lo hanno trasferito?
Mi sarebbe piaciuto che Saviano avesse fatto sentire la sua voce per impedire che ciò avvenisse!

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