Al Comitato dei Presidenti dei Comites. Perth 9 ottobre 2010

“Care amiche e cari amici,

non mi è stato possibile raggiungervi nella splendida Perth per la riunione dei Presidenti dei Comites e me ne scuso. Saluto il Console di Perth, Giorgio Taborri, il Presidente del Comites, Vittorio Petriconi, il coordinatore dei Presidenti Vincenzo Papandrea e tutti i presenti.

Anche a nome del Senatore Randazzo mi permetto di inviarvi alcune brevi riflessioni che spero possano assistervi nell’opera politica più complessa, a mio avviso, in questa delicatissima fase: proporre una nuova fase politica, di riforme e proposte innovative, per gli italiani all’estero e le comunità italiane nel mondo.

La vera sfida è questa. Le questioni sulle quali chiudere una vecchia pagina dell’emigrazione sono in fondo poche: servizi consolari efficienti e vicini ai cittadini con una rete consolare in grado di rispondere a queste esigenze di base; un livello di rappresentanza comunitaria espresso attraverso Comites e Cgie che sia dinamico, tematico, sui problemi reali e soprattutto di supporto alle locali comunità ed alla rete consolare; un sistema di protezione sociale che garantisca i diritti di base, come ad esempio in campo pensionistico; una riforma della cittadinanza che riapra i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana; una serie di riforme per garantire la piena parità di trattamento tra cittadini italiani, sulle detrazioni fiscali per carichi di famiglia che scadono quest’anno, sull’esonero ICI, sull’accesso all’assegno sociale per chi rientra in Italia senza limiti di residenza; una migliore informazione televisiva dall’Italia.

In campo pensionistico l’unico passo avanti è stato in relazione alla possibilità di accredito su conto corrente mentre la verifica annuale dei redditi è stata solo annunciata ed abbiamo avuto seri problemi – sollevati giustamente anche dall’On. Tony Zappia con il Ministro Sacconi – con il sistema di pagamento attraverso la Western Union a coloro i quali non avevano fornito la verifica dell’esistenza in vita. Abbiamo chiesto al Governo di verificare ulteriormente le possibilità di uno scambio di informazioni INPS-Centrelink per avere i redditi prodotti dai pensionati, oltre a valutare altre modalità di verifica dell’esistenza in vita e comunque di garantire che gli istituti di credito preposti al servizio siano in grado di gestire situazioni particolari come anziani senza valido documento con foto, oppure degenti in case di cura, in qualche caso non in grado di gestire i propri affari e con procura ai figli: in sostanza la decisione di appaltare un servizio pubblico, come il pagamento delle pensioni, non può basarsi esclusivamente su motivazioni economiche ma deve basarsi anche sulle concrete possibilità per l’istituto di credito di servire i beneficiari in termini di qualità dei servizi, informazione, dislocazione sul territorio.

Per quanto concerne la rappresentanza, siamo ancora lontani dall’approvare una riforma di Comites e Cgie e le proposte di riforma dell’esercizio in loco del diritto di voto dovranno misurarsi con una delicata discussione politica – prima che parlamentare – sulla riforma elettorale. Ma occorre decidere se le nostre comunità “credono” ancora in questi organismi e nella rappresentanza parlamentare: lo dico senza retorica. Se perdiamo il senso del nostro ruolo di servizio e se qualche volta noi stessi mettiamo in discussione il nostro ruolo, la battaglia è già perduta in partenza. Dobbiamo saper ascoltare e provare a guidare una comunità che oggi ha perso fiducia e anche speranza.
La responsabilità è di tutti, soprattutto di chi ricopre incarichi di Governo o istituzionali. Vedo troppa distanza dalla gente e troppa sufficienza. Anche per questo dobbiamo tornare e fare politica comunitaria accanto alla gente.

La rete consolare è parte della nostra presenza in questo Paese: Adelaide e Brisbane meritano servizi efficienti ed anche un Console. Francamente non riusciamo a comprendere le ragioni di un tale ritardo nel coprire la sede di Adelaide ed agiremo con tutti gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione per ottenere questi obiettivi.

Grazie ai giovani. La GIA si sta rivelando una grande intuizione e spero davvero che l’attività dei prossimi anni sia proficua e che l’Italia dimostri generosità con le nuove generazioni: soprattutto politica e nei riconoscimenti che sono mancati negli anni.

Alle donne che si incontrano a Sydney il 17 ottobre: ci siete e siete forti.
A Sydney si celebrano le donne: Franca Arena e l’Associazione delle donne italo-australiane sono il migliore esempio degli anni di forte presenza delle donne nella comunità italo-australiana. Ho pensato che la voce delle donne – in un momento di crescita culturale, sociale, politica ed economica d’Australia – ha sempre contribuito a rendere il mondo più attento e consapevole.
Abbiamo bisogno della voce delle donne.

Non solo le voci al femminile che oggi arricchiscono – anche se in maniera insufficiente – il mondo della cultura, della politica e dell’economia. Anche le voci organizzate, attraverso movimenti e associazioni, le voci indipendenti, nel coro e fuori, e per questo sempre più forti. E dobbiamo ancora lavorare per conoscere meglio la storia delle donne italiane in Australia, il percorso delle donne emigrate e l’evoluzione dei rapporti famigliari – ma anche l’attualità della loro presenza in Australia. Abbiamo ancora bisogno della forza delle donne.
Abbiamo bisogno di valorizzare le diversità, culturali e di genere.
Ecco, sono convinto che le donne italiane in Australia trovino in se stesse e nella loro Associazione la “Forza e il Coraggio” di continuare una battaglia di progresso e civiltà per la parità di diritti tra le persone e per contrastare tutte le forme di discriminazione e intolleranza.

La promozione di lingua e cultura italiane, al centro dei vostri lavori, deve rappresentare un momento di autentico impegno comunitario. L’Italia non può prescindere da un investimento in questo settore, l’Australia ha il dovere di mantenere la nostra lingua tra quelle prioritarie e noi possiamo, insieme, costruire innovazione e qualità mantenendo alto il livello di partecipazione scolastica che ci ha caratterizzato negli anni e che ha contribuito a portare sempre più l’Italia in Australia e gli australiani vicini agli italiani.
Le riforme in questo settore competono al Parlamento ma il Governo – con la politica dei tagli – ha ridotto questo investimento a mero esercizio contabile aumentando le incertezze e riducendo la stessa capacità di innovazione degli enti gestori.
Per queste ragioni occorre un dialogo forte con le istituzioni.

L’unità d’Italia e degli italiani: lavoriamo per un grande progetto comunitario da realizzare nel 2011. Dobbiamo poter dire che essere italiani oggi in Australia, nonostante le difficoltà che attraversa l’Italia, nonostante i suoi Governi, è bello. Che le differenze ci rendono tanto forti quanto capaci – anche grazie al processo di emigrazione e di integrazione – di conoscere e capire meglio gli altri. L’Italia che è in noi non vuole barriere, muri e chiusure.
L’Italia e l’Australia che amiamo e vogliamo sono quelle dell’accoglienza, non della detenzione e dei respingimenti.

Ai Comites infine: trovate il senso del percorso da fare nella nostra storia. Sarebbe bello superare divisioni e ostilità – inutili e dannose – per costruire un cammino di positive nuove esperienze comunitarie. Non vi mancano coraggio ed intelligenza.

Buon lavoro ed a presto.

Marco Fedi

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy