Gli elettori scappano dai soliti partiti

Di seguito una mia intervista pubblicata stamattina dal quotidiano “Il Manifesto”.

Il Manifesto: Di Pietro, si starebbe coagulando una maggioranza su una legge elettorale. Lei ne fa parte?
Antonio Di Pietro: “Mettiamo una cosa in chiaro: io a quel tavolo non mi sono seduto. Per una ragione: temo che la nuova legge elettorale sia una scusa per procrastinare per i prossimi tre anni un governo non eletto. Sono favorevole alla modifica della legge elettorale, e a farlo in questa legislatura, se ce ne sono le condizioni. E se la legge proposta non è peggio di quella attuale”.

Il Manifesto: Insomma lei ci starebbe.
Antonio Di Pietro: “Se cadesse Berlusconi, e se dovesse nascere una nuova maggioranza con questo solo scopo tecnico. Ma sia chiaro: un governo a tempo, 90 giorni, con la garanzia del capo dello Stato”.

Il Manifesto: Anche in alleanza con i finiani?
Antonio Di Pietro: “Alleanza? Per noi non c'è nessuna alleanza. Io in questo governo non ci andrei. Non tradisco i miei elettori”.

Il Manifesto: Però poi voterebbe la legge.
Antonio Di Pietro: “Sono pronto a valutare in Parlamento l'eventuale proposta. Se vogliono i nostri voti, il premier incaricato deve prima dire quale legge vuole fare. A scatola chiusa non votiamo niente. Tanto senza i nostri voti una nuova maggioranza in Parlamento non c'è”.

Il Manifesto: Va bene il ritorno al Mattarellum?
Antonio Di Pietro: “Può essere una soluzione, è meglio del porcellum. Noi preferiamo il maggioritario a doppio turno, ma ci rendiamo conto che è un'idea minoritaria. Così come il proporzionale alla tedesca. Ma siccome li conosco, aspetto la proposta concreta. E prima di dire si ci penserò due volte”.

Il Manifesto: L'Udc continua a dire che lei è funzionale a Berlusconi.
Antonio Di Pietro: “È la volpe che non arriva all'uva”.

Il Manifesto: Vuol dire che è lei che non vuole l'alleanza con l'Udc, in caso di voto? O sono solo schermaglie preventive?
Antonio Di Pietro: “È una discussione inutile. Bersani mi ascolti: quelli dell'Udc a tutto pensano tranne che al Pd. Il Pd corre appresso alla luna, io con loro non voglio fare la figura del beccamorto che corre dietro a una bella donna. Il Pd non sa quale erba del prato brucare: se la nostra o quella dell'Udc. Farà la fine dell'asino di Buridano. Morirà di fame”.

Il Manifesto: Ma dal suo punto di vista, l'Udc 'depurata' di Cuffaro e i suoi, non potrebbe andarle bene?
Antonio Di Pietro: “Guardi, Cuffaro mi ha fatto una causa civile perché ho detto che lui ha qualche problema con la mafia. Oggi l'Udc si è liberata di questo problema. Domani chissà. Anche perché ha scaricato Cuffaro, ma si è alleato con altri non da meno. Voglio dire Lombardo”.

Il Manifesto: In Sicilia? Anche il Pd.
Antonio Di Pietro: “Lombardo sta con loro in Sicilia e con Berlusconi a Roma. Bella roba”.

Il Manifesto: Anche l'IdV ha un ribaltonista che ha votato la fiducia a Berlusconi. Il campano Porfiria.
Antonio Di Pietro: “Gesù Cristo ogni dodici ne sbagliava uno. Io sono un povero cristo, qualche errore lo posso fare? La differenza è che noi quando ci accorgiamo della mela marcia la cacciamo subito”.

Il Manifesto: Però l'alleanza 'modello Marche' che piace a Enrico Letta, è fra Pd, Udc e voi.
Antonio Di Pietro: “È una storia incredibile. Se non ci sto mi dite che faccio perdere il centrosinistra. Se ci sto mi dite che sto con l'Udc. Nelle Marche non volevamo stare con questi. Poi il Pd ha insistito e abbiamo raggiunto questo lodo: il rapporto con l'Udc se lo gestisce il presidente della Regione, noi con loro neanche un caffè. Per evitare di consegnare un'altra regione al Pdl, vedi Calabria”.

Il Manifesto: II Lodo Marche potrebbe essere una formula nazionale?
Antonio Di Pietro: “Credo di no. L'Udc ormai sta facendo un'operazione al termine della quale il Pd rischia di sparire. Creerà il terzopolo, gli ex Dc romperanno”.

Il Manifesto: Scusi, intende dire che quelli che nel Pd vogliono l'alleanza solo con Casini – come Letta, Boccia e Fioroni – alla fine andranno nel terzo polo?
Antonio Di Pietro: “Ma certo. E sono parecchi”.

Il Manifesto: Non starà forzando qualcosina per far colpo sul popolo viola? Il No B Day sembrava un corteo suo sotto altre spoglie: c'era una marea di bandiere dell'ldV.
Antonio Di Pietro: “Perché c'è una marea di ragazzi che vede nell'IdV un riferimento. Prendetevela con chi non c'era, non con chi c'era. Questa è come la Bresso che dice: ho perso perché i grillini non mi hanno votato. Ma se dopo cinque anni fai scappare gli elettori guardati allo specchio e prenditi a schiaffi”.

Il Manifesto: Giovedì alla Camera si vota un procedimento contro di lei per iI discorso della fiducia a Berlusconi, «stupratore della democrazia». Che brutta immagine, onorevole. Non è che alza i toni per fare concorrenza a Grillo?
Antonio Di Pietro: “Io ho fatto solo una fotografia. Si è visto mai che uno che è brutto se la prende con il fotografo? Comunque, io queste cose le dirò ancora. Quanto a Grillo, alle scorse elezioni sia noi che Grillo abbiamo preso un ottimo risultato. C'è una prateria di elettori in fuga dai partiti tradizionali. Ce n'è per tutti. Tranne che per il Pd, se continua così. In un Paese democratico si è mai visto che uno che fa opposizione e denuncia le storture del governo gli fanno un procedimento disciplinare e lo buttano fuori dal Parlamento? Pensi al voto in commissione contro di me: ho detto al deputato dell'ldV di astenersi. Vediamo chi vota a mia difesa”.

Il Manifesto: Crede che II Pd voterà contro di lei?
Antonio Di Pietro: “Non lo so, sono curioso. Il mondo è pieno di Don Abbondio”.

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