On. Porta: “Sul rinnovo della legge per la cittadinanza agli abitanti dell’ex impero austro-ungarico il Governo sia chiaro e concreto”

Il Parlamentare eletto all’estero commenta la nota inviata dal Ministro dell’Interno alla Camera dei Deputati

“Sulla proroga della legge che concede la cittadinanza agli abitanti dei territori dell’ex impero austro-ungarico e ai loro discendenti, il governo rischia di ritirare con una mano la disponibilità che dato con l’altra”.

E’ quanto afferma l’on. Fabio Porta a commento della nota che il Ministero dell’Interno ha inviato alla Camera chiosando con riferimento all’ordine del giorno presentato da un gruppo di parlamentari del PD.

“Si ricorderà che in occasione del Decreto Mille proroghe, dopo che fu respinto un emendamento in merito, presentai con gli altri colleghi del PD eletti all’estero un ordine del giorno che invitava il Governo a disporre la proroga dei termini della legge, in scadenza a dicembre di quest’anno. Il Governo” – prosegue l’on. Porta – “ritenne di accogliere quell’ordine del giorno come raccomandazione. La nota che in questi giorni è stata inviata a me e alla commissione Affari Costituzionali della Camera rinvia invece la soluzione in questione alla legge sulla cittadinanza in discussione in quella commissione.

In realtà, si tratta di un aggiramento del contenuto dell’ordine del giorno, che impegnava il Governo e non il Parlamento a trovare una soluzione urgente. Ma al di là di questo, credo che il rinvio alla legge in esame non riesca a risolvere il problema. La legge è ormai in scadenza e nessuno può pensare che nei tre mesi che restano possa trovare compimento una legge così dibattuta e complessa come quella sulla cittadinanza”.

“A questo punto, delle due una” – ha concluso l’on Porta. “O il Governo inserisce la proroga in uno dei suoi decreti omnibus, com’è abituato a fare per tante altre cose, oppure dà il via libera alla leggina di proroga dei termini che abbiamo già presentato, sulla quale vi è un larghissimo accordo trasversale. Una leggina che per l’ampio consenso di cui gode e per obiettive ragioni di urgenza potrebbe avere anche la deliberante in commissione. Non mi permetto di insegnare a nessuno il mestiere da fare, ma esprimo soltanto l’auspicio che di fronte ad una situazione tanto semplice e urgente si dica con chiarezza che cosa concretamente si vuol fare e, soprattutto, si arrivi ad una soluzione precisa e nei tempi stabiliti”.

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