Narducci (PD): la ricostruzione di quanto accaduto a migliaia di persone scomparse e l’importanza dei processi in corso sono presupposti fondamentali per la riconciliazione in Argentina

“Avevo 36 giorni quando i miei genitori mi affidarono ai miei nonni temendo per la loro sorte. Non ho mai conosciuto i miei genitori, scomparsi per mano dei militari durante gli anni drammatici della dittatura argentina, che nel periodo tra il 1976 e il 1983 si è macchiata di delitti orrendi”. Questa la toccante testimonianza di Carlos Pisoni, di origine e cittadinanza italiana, rappresentante dell’HIJOS – l’associazione che riunisce i figli dei desparecidos – che assieme al Direttore dell’Archivio Nazionale della Memoria di Buenos Aires, Ramòn Torres Molina, e a Jorge Ithurburu – rappresentante dell’Associazione 24 marzo Onlus e del Comitato promotore del processo Massera – ha incontrato oggi (28 settembre) il Comitato permanente sui diritti umani della Commissione affari esteri della Camera, presieduto dall’on. Furio Colombo.

Nell’aula della Commissione affari esteri, come era accaduto il 1° ottobre 2009 con l’audizione di Estela Carlotto, presidente dell’Associazione Abuelas de Plaza de Mayo, e Remo Carlotto, deputato del Parlamento argentino, si è rivissuto il dramma del popolo argentino, con le stesse parole di dolore e di sdegno, ma anche con la richiesta di mandare avanti i processi.

“Vorrei anzitutto esprimere rispetto e ammirazione per l’impegno che state portando avanti, ha sottolineato Franco Narducci (Vice presidente della Commissione affari esteri) e ringraziarvi per l’opportunità che ci date aggiornando le nostre conoscenze sul dramma che vissuto il popolo argentino negli anni terribili della dittatura militare”. Il deputato eletto all’estero ha poi ricordato i tantissimi cittadini di origine italiana scomparsi negli anni di quella tragedia ed ha auspicato la piena collaborazione delle autorità italiane per accertare fatti e crimini commessi, come per altro hanno sempre fatto.

“La riconciliazione nazionale, ha proseguito il Vice presidente Narducci, è un obiettivo fondamentale per il futuro della democrazia argentina, purché la memoria di quanto accaduto sia continuamente aggiornata e riproposta alle nuove generazioni, ma vi deve essere piena consapevolezza, storica e giudiziaria, di quanto accadde in quegli anni bui”.

Narducci ha poi evidenziato l’importanza dei provvedimenti normativi adottati sotto la presidenza Kirchner, poiché l’imprescrittibilità dei reati e l’incostituzionalità dell’indulto concesso da Menem rappresentano atti di assoluta importanza per i processi a carico dei militari responsabili di crimini efferati. “Il fatto che anche la Francia e la Germania, al pari dell’Italia, si siano attivate sul piano giudiziario rilancia il ruolo della comunità internazionale nel perseguimento dei crimini, ha sostenuto Narducci, e si deve auspicare che anche la Spagna torni ad essere parte in causa anche se le ostilità di cui è stato oggetto il giudice Garzon, dopo la sua battaglia contro Pinochet, sono un segnale preoccupante per tutti”.

A conclusione del suo intervento, il Vice presidente Narducci ha offerto il sostegno e l’incoraggiamento dei parlamentari italiani affinché si faccia piena luce sui crimini commessi dai militari, un appoggio che si è già materializzato con il processo a Emilio Eduardo Massera, responsabile della brutale “Guerra sporca” contro l’opposizione politica argentina negli anni che vanno dal 1976 al 1983.

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