L’Italia in presa diretta – intervista a Riccardo Iacona

In Italia i giornalisti sono una specie in via di estinzione. Rari come porcini fuori stagione. Qualcuno però c'è ancora e scrive e parla e quando lo ascoltiamo sappiamo che dice la verità perché spiega quello che già intuiamo, ma rifiutiamo di accettare. Ignorare la realtà può aiutare a vivere, o meglio a sopravvivere, e molti italiani lo fanno. Iacona ci spiega cosa è veramente successo nel Canale di Sicilia, i suoi morti e i respingimenti verso l'inferno della Libia, la fine dello Stato di diritto, la distruzione del sistema scolastico. La testimonianza di Iacona provoca due reazioni, la prima è la bandiera bianca, il seppellirsi nella propria vita privata, rinunciare a ogni tipo di partecipazione sociale, la seconda, quella che preferisco, è una solenne incazzatura verso i predoni del nostro Paese trasformato in un saccheggio permanente e verso il furto più grave, imperdonabile, quello delle coscienze degli italiani.

Intervista a Riccardo Iacona.

“Faccio un mestiere che è un bel privilegio perché mi porta fuori, tanto fuori, e ho passato gli ultimi due, tre anni della mia vita a sentire le storie degli italiani, a seguire le vicende più importanti di questo Paese, quelle che noi riteniamo più importanti, ecco perché ho scritto il libro… perché sentivo il bisogno di fermarmi un attimo dal flusso della comunicazione, giri, monti, mandi in onda… per cercare di vedere le vicende che avevamo trattato con l’occhio rivolto verso il futuro. Ho scoperto tante cose facendo i reportage di PRESADIRETTA, per esempio che questa democrazia si sta restringendo, che questo è un Paese meno libero, già lo è adesso, non è un pericolo per il futuro, già adesso è meno libero e ne ho le prove. Ho le prove. Per esempio troverete dei capitoli dedicati alla politica sull’immigrazione, al contrasto alla cosiddetta clandestinità, chiaramente lì si è esercitata una censura, tutta la stagione dei respingimenti, i milioni di telespettatori, di italiani che si informano solo guardando uno o due canali generalisti della televisione italiana che sia Mediaset o RAI, non hanno avuto gli strumenti per capire cosa stava succedendo nel Canale di Sicilia e questa è una cosa grave, è grave perché falsa la democrazia. Se vi ricordate, era il 2009 quando ci sono stati i primi respingimenti nello spazio di un mese si è andati anche a votare, ci sono state votazioni importanti dove la Lega ha avuto un grosso successo, vi ricordate lo sfondamento oltre il Po? Se ne è parlato moltissimo, il 15% conquistato a Reggio Emilia dove la Lega è diventato il secondo partito della città, il quasi 14% in tutta la Provincia, dove la Lega è diventato il terzo partito della Provincia di Reggio Emilia, stiamo parlando a casa di Bersani, di Prodi, la Lega fa più che Sinistra e Libertà e dell’Italia dei Valori.>La Lega ha utilizzato la politica del respingimento in campagna elettorale e su quello ha costruito il consenso e l’ha potuto fare perché le bugie che troverete tutte elencate in maniera maniacale, virgolettate, del governo, nessuno le ha potute smantellate perché le trasmissioni non se se nono occupate, perché questo è un Paese dove l’informazione nella sua parte più importante va dietro all’agenda dei temi che decide la politica.
Un altro aspetto mi ha convinto a scrivere il libro, sui temi importanti, quelli dalla cui risoluzione si decide dove va l’Italia, immigrazione, perché sull’immigrazione si gioca il terreno della futura integrazione, non dobbiamo pensare ad adesso, dobbiamo pensare ai nostri figli, ai figli dei nostri figli, quindi dobbiamo costruire un percorso nel quale, con delle regole rispettate, sia possibile l’integrazione in Italia, sui temi della formazione, come quelli della scuola, sui temi della grande criminalità organizzata, sui temi della casa che significa riprogettare le città… sono tutti temi di media, lunga distanza, che richiedono, se li vuoi affrontare, delle politiche alte, che non possono giocarsi sulla propaganda, sul prodotto che ti vuoi vendere alla prossima elezione, la politica non le affronta. Ho trovato un Paese abbandonato dalla politica, si parla sempre male della politica, ma la politica come la immaginiamo noi, come la immagino io, quella con la “P” maiuscola, che si pone il problema di indirizzare il paese da qualche parte, verso il futuro, che non lavora solo sul contingente, sul controllo dell’informazione, sulla bugia, sulla paura, questa politica in Italia manca e se ne sente l’assenza proprio quando attraversi i territori affrontando queste questioni, ecco perché ho scritto “L’Italia in presa diretta“, perché l’abbiamo chiamato “Viaggio del paese abbandonato dalla politica”. un terzo elemento mi ha spinto a essere così iperattivo quest’anno ed è che penso che siamo di fronte a un punto di passaggio importante per la vita politica del nostro Paese, l’Italia può veramente cambiare e cambiare malissimo e sento che tutti devono fare qualcosa, ognuno nel proprio ambito. Ognuno, cercando di fare onestamente il proprio lavoro, può spostare la trincea della libertà di solo un centimetro avanti. Non è il momento di tirarsi indietro e stare a coltivarsi il proprio orticello professionale. Grazie.” Riccardo Iacona

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