“”Argentina, terra di fratelli, hai messo nel tuo suolo una famiglia per ogni sogno…”. Ogni 4 settembre si ricorda il 4 settembre 1812, quando il governo offrì l’immediatezza protezione degli individui di ogni nazione e alle loro famiglie che vollero vivere nel territorio. Così la Repubblica Argentina, aprì le sue frontiere agli emigrati di qualsiasi parte del mondo per abitare questa terra”. Nell’imminenza del Giorno dell’Immigrante, celebrato in Argentina il 4 settembre, l’onorevole Giuseppe Angeli (Fli) ripercorre brevemente le fasi che portarono il governo di Buenos Aires alla istituzione di questa giornata, ma soprattutto ribadisce i propri sentimenti di gratitudine verso una terra che l’ha accolto 60 anni fa.
“Nell’anno 1853 – ricorda Angeli – fu sancita la Costituzione, il cui articolo 25 recita: “Il Governo Federale promuoverà l’immigrazione europea; e non potrà restringere, limitare né gravare tributi per l’ingresso nel territorio argentino agli stranieri che portino come obiettivo lavorare la terra, migliorare le industrie ed insegnare le scienze e le arti”. I Presidenti Mitre (1862 – 1868), Sarmiento (1868 – 1874) e Avellaneda (1874 – 1880) furono coloro che più promossero l’immigrazione, e consolidarono l’ordine istituzionale della repubblica unificata e il cambiamento totale della struttura sociale ed economica della nazione libera ed indipendente”.
“Il Nostro Paese – ricorda ancora il deputato eletto in Sud America – è cresciuto con le mani degli emigrati, di quanti lasciarono la propria terra con una valigia carica di speranza”. Un cammino che fece lo stesso Angeli, partito da Orsogna, in Abruzzo, nel 1950 e da allora residente in Argentina. “Questo – conclude il parlamentare – è un sentito omaggio e ringraziamento alla Terra Argentina, che ci ha accolto”