La difesa della scuola pubblica è nel nostro DNA

Autore Antonio Di Pietro

Martedì pomeriggio mi sono recato davanti a Montecitorio per incontrare i precari del mondo della scuola. Sono entrati in sciopero della fame per protestare contro i tagli da 8 miliardi che i ministri Tremonti e Gelmini hanno deciso per la scuola pubblica. Li ho incontrati per sottoscrivere un appello da loro rivolto a tutte le forze politiche. Condivido ogni parola di quell’appello, che è già nel nostro programma. Tanto che abbiamo creato un dipartimento specifico sulla scuola. E al primo posto abbiamo messo proprio queste due questioni: la restituzione del maltolto alla scuola pubblica e il passaggio al contratto indeterminato di tutti i precari. Noi dell’IdV ci stiamo impegnando al massimo, protestando in Parlamento, manifestando tutti i giorni nelle piazze: lunedì, ad esempio, abbiamo piantato la “tenda della legalità” contro la tenda del dittatore davanti all’ambasciata libica.
Ma faremo ancora di più, ci impegneremo perché nel nostro Dna c’è la voglia di ridare dignità alla scuola pubblica. Per cambiare però c’è un solo modo, mandare a casa un Governo che non ha scrupoli, che non si ferma nemmeno davanti allo sciopero della fame dei precari. Anzi, questi se vedono il morto si spostano più in là.
Per questo io credo che dobbiamo costruire una mobilitazione sempre più forte che si diffonda in tutta Italia. Dobbiamo convincere le persone, anche quelle che hanno votato Berlusconi, che bisogna cambiare per ridare dignità al Paese. Qui c’è da avere paura, ma più che di Berlusconi, dobbiamo preoccuparci della “berlusconizzazione”. Ripeto, bisogna mandare a casa questo governo e restituire la parola ai cittadini.

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