Appello del responsabile romano dell’Italia dei Diritti a «agire insieme alle amministrazioni locali, anche per evitare emergenze umanitarie»

Via libera allo sgombero di 200 campi Rom a Roma, Calgani invita al dialogo

Bibbidi-bobbidi-bu: si può risolvere un problema vecchio decenni nell’arco di sette giorni: parola di Gianni Alemanno, sindaco. Entro una settimana Roma non ospiterà più campi nomadi abusivi. A pochi giorni – era il 27 agosto – dal tragico rogo nel campo di Via Morselli in cui è morto un bambino di tre anni, il primo cittadino della Capitale annuncia il repentino sgombero di circa 200 insediamenti irregolari.

«Queste sono sparate di impatto mediatico che poi finiscono col creare enormi problemi alle amministrazioni locali – commenta Alessandro Calgani, responsabile romano dell’Italia dei Diritti – perché costringono ad azioni che non vengono preliminarmente concordate come dovrebbero».

Per primi saranno sgombrati i campi ritenuti più pericolosi, anche (ma non solo) dal punto di vista igienico – sanitario.

«Non abbiamo nulla in contrario alla messa in sicurezza di strutture precarie – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – purché non si creino agglomerati – ghetto, inutili ed inumani».

Alla politica dei muscoli si contrappone quella della testa, del dialogo. «Spesso le polemiche circa il tasso di criminalità nei quartieri che ospitano i campi sono strumentali – continua Calgani – la verità è che spesso nascono per mancanza di dialogo e concertazione con le amministrazioni dei municipi e con la popolazione residente».

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