"Per la politica, la logica è un optional"

di Antonio Di Giovanni

L'avvocato Antonino Di Renzo Mannino è membro della Giunta esecutiva del Consiglio nazionale dei Giudici di pace, un settore della nostra magistratura di cui si parla molto tra la gente, ma assai poco sui nostri grandi organi d'informazione. Gli abbiamo dunque posto alcune domande al fine di entrare nel merito dei gravi problemi dell'amministrazione giudiziaria nel nostro Paese, in particolar modo di quella che tocca più da vicino i cittadini.

Giudice Mannino, si parla spesso della figura del Giudice di pace, ma in realtà si sa poco o nulla circa la sua effettiva funzione all'interno del nostro ordinamento: può spiegarci qualcosa che ci aiuti a capire meglio questa professione?

“Innanzitutto, ringrazio per l'opportunità che mi si offre per parlare della figura del giudice di pace. Noi siamo, a tutti gli effetti, il primo gradino della magistratura. Il legislatore ha riservato al Gdp competenze proprie sia per valore, sia per materia. Non ritenendo di dettagliare, per evitare un linguaggio tecnicistico, mi soffermerò sul Gdp in quanto tale. Il Gdp è strutturato e diffuso su tutto il territorio, un po' come le stazioni dell'Arma dei Carabinieri. Egli rappresenta lo Stato in modo capillare per assicurare l'amministrazione della giustizia. E', quindi, un giudice di prossimità, ovvero di accesso diretto da parte dei cittadini. Spesso, è il rifugio di molti che hanno necessità di parlare con un giudice dei problemi più disparati e noi cerchiamo di ascoltarli contribuendo – per quanto possibile – ai loro bisogni. Dunque, il Gdp è, nell'evoluzione costante e nella esperienza professionale maturata sul campo, una figura professionale di tutto rispetto. Le nomine, relativamente recenti, hanno visto il coinvolgimento di avvocati. L'accesso avviene per concorso a titoli con i requisiti previsti dalla legge, cui segue un tirocinio. Una volta deliberata la nomina dal Csm, il ministro della Giustizia emette il relativo decreto per l'immissione nelle funzioni. Il tirocinio è simile 'all'uditorato' che fanno i magistrati di carriera: vengono espressi i pareri da parte del magistrato affidatario. Ogni quattro anni viene sottoposto a verifica con ulteriori pareri (del presidente del Tribunale) i quali, se negativi, vedono la fuoriuscita del Gdp con pronuncia del Consiglio giudiziario, che inoltra al Csm per la decisione definitiva”.

Quali sono, oggi, le più importanti innovazioni in questo settore dell'amministrazione giudiziaria?

“Il Gdp ha acquisito nel tempo competenze specifiche, sia civili, sia penali. Da ultimo, il reato di immigrazione clandestina, che vede l'ingresso della perseguibilità d'ufficio e non più solo per querela di parte, con evidente fiducia posta dal Legislatore ai Gdp, di fatto equiparati, sotto tale aspetto, ai cosiddetti 'togati'. Le innovazioni riguardano la condizione di questo magistrato, che è remunerato a 'cottimo', ovvero: se produci guadagni per vivere, diversamente no. L'Associazione nazionale dei Gdp, nella quale sono impegnato, si batte da sempre per far comprendere al Governo che la permanenza dell'incarico e la previdenza (basti pensare che non è tutelata la gravidanza delle donne Gdp), che non è considerata, sarebbero il giusto riconoscimento all'impegno che si svolge. Noi evadiamo oltre 1 milione e mezzo di fascicoli che non sono solo le 'Osa' (le sanzioni amministrative). Abbiamo fatto una nostra proposta, condivisa dalla magistratura onoraria (quella del Got, il giudice onorario tribunale e del Vpo, il viceprocuratore onorario) e attendiamo una formulazione del ministro, che sarebbe dovuta avvenire nel luglio scorso”.

Queste innovazioni avranno ricadute positive sull'utenza, secondo lei?

“E' ovvio che una stabilità del Gdp, con un minimo garantito nel decoro della magistratura di pace, avrebbe ulteriori positive ricadute sul cittadino, poiché il Gdp sarebbe ulteriormente e maggiormente motivato”.

Come mai anche i tempi della vostra giustizia sono così lunghi da far aspettare i ricorrenti più di un anno per ottenere una sentenza?

“Mi sia consentito evidenziare che i tempi del processo del Gdp non sono lunghi. O meglio: nella statistica ministeriale, noi rientriamo nei parametri europei e sono rari i casi in cui si ricorre all'equo indennizzo per la durata del processo avanti al Gdp. I tempi sono dovuti, nell'anno che viene lamentato, al fatto che le cancellerie sono pressoché sguarnite e la 'mens mentis' ha contemplato organici dove non sono previste figure di cancelliere C1 (in molti uffici), con evidente limite di funzionalità dovuto ai vincoli contrattuali di categoria. Inoltre, l'attenzione da porre è anche sul versante dell'efficienza: i colleghi meno efficienti si trovano a disagio, come dire 'sfigurano' davanti al collega più efficiente. Perciò, il Gdp 'spedito' finisce col dare fastidio e si fa di tutto per metterlo in difficoltà 'bruciandogli il terreno attorno', come si suol dire. Oltre a ciò, l'ingresso dei nuovi Gdp è bloccato da qualche anno e molti non sono più in servizio per raggiunti limiti di età”.

Una domanda tecnica: perché laddove si ricorre avverso a una sanzione amministrativa la sospensiva del provvedimento sanzionatorio non avviene automaticamente, pur essendo l'atto 'sub judice', ma resta a discrezione del giudice di pace?

“La sospensiva non è automatica, va anzitutto richiesta e il giudice la verifica, come avviene in altri gradi se ricorrono i presupposti del 'fumus boni juris' e del 'periculum in mora'. L'Amministrazione dell'Interno, però, che ha maggiore cognizione amministrativa, attende sempre, per prassi, la definizione del processo. Qualche problema si pone con le Autonomie locali, che hanno altre esigenze. Posso dire, al di là di quanto detto, che proprio per compensare i tempi d'attesa della fissazione d'udienza, chi mi chiede la sospensiva mi trova usualmente disponibile, eccetto che per i casi particolari come il 186 del cds (codice della strada), il cui vaglio è assai più scrupoloso”.

In un prossimo futuro lei auspica una migliore organizzazione?

“Confido che i dirigenti politici di ogni schieramento diano risposte degne di quella che fu la patria del diritto alle questioni da noi poste e proposte in modo positivo, anche per decongestionare i carichi dei Tribunali. Se mi trovassi a dover decidere sul processo davanti al Gdp fisserei in tre udienze le tappe processuali: 1) comparizione con previerichieste; 2) espletamento delle prove; 3) discussione e deliberazione. I risultati si vedrebbero da sé ma, come si sa, la logica è spesso un optional nei meandri della politica. La politica 'ministerium' è annichilita, impolverata e prigioniera tra le antiche mura del 'medioevo'…”.(Laici.it)

(intervista tratta dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)

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