Onorevole Palagiano, parliamo di sanità: quali sono, secondo l’Italia dei Valori, i punti critici sui quali bisogna intervenire con urgenza?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità siamo ai primi posti nel mondo per qualità.
La realtà è un po’ diversa, nel senso che dovremmo considerare, non soltanto il valore di alcune prestazioni, ma anche l’omogeneità del servizio sul territorio nazionale. Quindi se prendiamo i punti d’eccellenza, sicuramente non siamo secondi a nessuno; se invece andiamo a verificare le prestazioni che hanno i cittadini di Messina o della Calabria, vediamo che sono meno qualificate.
Ecco quindi che questa classifica piuttosto ottimistica viene meno. In realtà l’Articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto del cittadino ad avere un trattamento sanitario uguale in ogni parte d’Italia; questo purtroppo oggi non avviene. C’è un evidente problema di qualità e di disomogeneità sul territorio e il Governo, in questo caso, dovrebbe prendersi cura di tutti i cittadini, da Nord a Sud.
Con questa politica di tagli, invece, si mette a repentaglio la salute delle persone: i rami secchi vanno tagliati, ma è urgente riorganizzare la sanità per dare a tutti gli italiani le stesse chance, le stesse possibilità di fruire di buoni trattamenti sanitari.
Uno dei problemi più gravi della sanità italiana è il deficit di alcune regioni; soprattutto al Sud. Come si risolve il problema?
Guardi, bisognerebbe andare all’origine: perché un posto letto in Calabria costa il 40% in più rispetto ad altre regioni? Perché le Aziende Sanitarie locali sono state considerate dei “postifici”, degli “stipendifici”. Non appena il politico di turno veniva nominato direttore generale, cominciava a dispensare posti di lavoro anche se la struttura non aveva alcun bisogno di quelle assunzioni.
Questo malcostume, comune a tutti i partiti, a Nord e a Sud, negli anni ha fatto lievitare enormemente i costi. Bisogna spezzare questo circolo vizioso. Come Italia dei Valori abbiamo cercato di porvi rimedio con la legge sulle Attività Cliniche, che purtroppo è stata messa su un binario morto e di cui non si parla più; abbiamo presentato decine di emendamenti affinché il direttore generale non fosse più nominato dai partiti politici ma fosse scelto tra i professionisti più qualificati, iscritti ad un Albo Nazionale, e fosse in grado di gestire i soldi dei cittadini e risponderne personalmente. Un altro scandalo, infatti, è che nessuno, tra quelli che hanno creato la voragine nella sanità, è stato chiamato a risponderne. Tutto il deficit è sul groppone degli italiani, non c’è UN politico condannato a risarcire i cittadini per la sua inefficienza, e per quelle che sono state le sue malefatte messe in atto per rispondere alla parte politica che lo ha nominato.