di Ignazio Dessì
Se c’è una cosa che la votazione alla Camera sulla sfiducia a Caliendo ha fatto emergere, al di là della prevista vittoria dei no, è che il governo può contare ormai su numeri che lo mettono a rischio in qualsiasi momento e “l’intesa” tra Fini e Casini ha costituito un polo decisivo in futuro, probabilmente destinato a crescere. Un polo che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nello scenario politico italiano, dando un colpo definitivo a quel bipolarismo tanto sbandierato ma, in definitiva, mai attuato pienamente e frustrato da leggi “porcata” ed esigenze ad personam. Insomma Caliendo è salvo, la maggioranza però scricchiola e il presidente della Camera (insieme a Casini e Rutelli) si sfrega le mani. Da loro dipendono le “magnifiche sorti e progressive” dei futuri atti dell’esecutivo. Anche se i protagonisti dello scisma finiano, come ribadisce Flavia Perina, deputato Fli e direttore del Secolo d’Italia, rinnovano la loro lealtà al Pdl e al programma elettorale, pur chiedendo una considerazione pari almeno a quella della Lega.Onorevole Perina, partiamo con una domanda inevitabile: perché sulla sfiducia a Caliendo avete scelto l’astensione?
“L’astensione è stata spiegata molto bene nell’intervento di Benedetto Della Vedova, ieri alla Camera. Abbiamo detto che il perimetro della indagine giudiziaria non coincide con quello della responsabilità politica. In certi casi la politica deve assumersi le sue responsabilità e il governo avrebbe dovuto interrogarsi sull’opportunità di una sospensione del sottosegretario Caliendo. Lui, per altro, avrebbe fatto bene ad auto-sospendersi per chiarire tutto sui fatti che gli vengono contestati”.Il ministro Alfano, difendendo il sottosegretario, ha detto che bisogna tutelare sempre la presunzione di innocenza. C’è chi fa notare però che bisogna tutelare anche la legalità e altro. Che ne pensa?
“La presunzione di innocenza è un elemento sacrosanto, su questo non ci sono dubbi. Ma le indagini dei magistrati, i processi in tribunale, quindi la categoria della presunzione di innocenza, lo ripeto, non coincidono con il perimetro delle responsabilità politiche. Un partito, quando ha un elemento di spicco, con un incarico istituzionale di alto profilo è obbligato a riflettere su certi dati a prescindere da tutto ciò che avviene per le indagini della magistratura. Scajola, per esempio, si è dimesso e ha fatto bene, ha fatto un atto di responsabilità, senza essere nemmeno indagato, perché era di fronte a una questione di responsabilità politica e stava danneggiando il suo partito”.La situazione, se guardiamo ai voti degli astenuti alla Camera e agli altri, e pensiamo ai numeri del Senato, a questo punto, è che Berlusconi avrà pure respinto la sfiducia a Caliendo ma ha perso pezzi importanti che mettono il suo governo in bilico. Lei condivide questa lettura e cosa succederà adesso?
“Silvio Berlusconi ha fatto una scelta espellendo sei giorni fa Gianfranco Fini dal Pdl, imponendo al partito di votare un documento durissimo contro Fini e deferendo ai probi viri 3 persone vicine a lui. In quel momento è stata fatta una scelta pesante, sottovalutandone le conseguenze e immaginando dei numeri differenti per la consistenza della pattuglia dei finiani. Quindi siamo di fronte ad una precisa realtà: Berlusconi non ha più i numeri per l’autosufficienza, si trova a un bivio che gli impone di scegliere: o cerca un patto con i finiani – così come lo ha trovato con altri gruppi esterni, per esempio con la Lega – su tutto ciò che non attiene al programma, oppure gioca la carta del voto”.Nell'opposizione Bersani, D'Alema e altri auspicano un governo transitorio, magari per occuparsi di legge elettorale prima di andare a nuove elezioni. Pensa sia possibile fare davvero un governo di transizione, o tecnico, o balneare o di larghe intese che dir si voglia?
“Noi aspettiamo innanzitutto che venga sciolto il nodo di fondo, e il nodo lo deve sciogliere il presidente del Consiglio. Non è che lo dobbiamo sciogliere noi facendo delle ipotesi”.Dopo il periodo estivo, si andrà effettivamente ad elezioni, come dicono intenda fare Berlusconi?
“Mi sembra che Berlusconi non abbia parlato in questa direzione. Ho letto interviste come quella a Ignazio La Russa o Altero Matteoli, che fanno ritenere si possa giungere a questo epilogo, credo tuttavia che in tanti sottovalutino la difficoltà di spiegare al Paese per quale motivo si va a votare. E perché, se il Pdl ha deciso di buttare fuori Fini, si deve tornare alle urne. E’ uno snodo politico importante e non vedo come si potrebbe giustificare una scelta di rottura per andare verso il voto”.In definitiva, voi di Futuro e Libertà per l'Italia, con Casini, Rutelli e Lombardo, siete ormai una realtà decisiva e non si può certo parlare di “quattro gatti” come aveva detto Berlusconi. Molti si chiedono, giustamente, se è nato un Terzo polo.
“No, credo non si possa parlare in questo momento di un Terzo polo. Noi abbiamo detto molto chiaramente che intendiamo stare con il Pdl, restare leali al mandato elettorale e al programma, e ci riserviamo di discutere col Pdl tutto ciò che è fuori dal perimetro del programma. Credo che lo stato dei fatti sia questo”.Bossi ha detto che qualcuno si farà male, cosa risponde?
“Bisogna vedere chi sarà quel qualcuno”http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/08/05/perina-flavia-intervista.html