Berlusconi venga con urgenza in Parlamento

Dopo lo strappo con Fini e la scissione nel PDL il PD chiede la parlamentarizzazione della crisi di governo.

E' lo stesso segretario dei democratici, Pier Luigi Bersani a chiedere formalmente alla Camera ad avvio dei lavori dell'Aula che il presidente del Consiglio venga urgentemente in Parlamento, per “restituire alle Camere il loro ruolo di casa del confronto democratico. In queste ore succedono fatti di assoluto rilievo politico e istituzionale che meritano di esser valutati subito, all'apertura dei lavori. Sono fatti evidenti e non possono essere aggirati o elusi. Il Capo del Governo certifica in modo solenne la frattura incomponibile nel maggior partito di maggioranza”.
Una richiesta che nel pomeriggio sarà ribadita anche in Senato con una lettera a Schifani dei capigruppo di PD, IDV e UDC.

“Si tratta – ha aggiunto il leader democratico – di un dissidio insanabile che il Paese ha visto via via motivarsi attorno a temi e grandi questioni sociali che sono quelli su cui l'opposizione dal primo momento ha indicato il limite di questo Governo. Il Presidente del Consiglio ha sfiduciato il Presidente della Camera arrogandosi un potere non suo. Il Presidente della Camera è di tutti anche di quelli che non l'hanno votato. Il Parlamento deve tornare ad esser la casa della discussione democratica e dunque il Presidente del Consiglio venga in Parlamento a spiegarci e consentire di discutere”.

Condizioni decise in un'assemblea con i due capigruppo democratici alla Camera e al Senato questa mattina.
E dello stesso parere infatti è anche il Presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini: Gianfranco Fini non può essere sfiduciato. Il premier Silvio Berlusconi “ha detto che il presidente della Camera se ne deve andare”, ha ricordato il presidente dei deputati del Pd, “immaginando che tra le sue proprietà rientri anche la presidenza della Camera. Voglio ricordare che noi non abbiamo votato il presidente, ma dal momento che viene eletto è il presidente di questa Camera e in base alla Costituzione non può essere nemmeno formalmente sfiduciato”.

“Il Pdl è l’unico partito che invece di cacciare i ladri e i faccendieri mette sotto accusa quelli che chiedono pulizia. E’ bene che Berlusconi prenda atto che la sua maggioranza non c’è più e ponga fine a questa farsa evitando gravi conseguenze all’Italia e figuracce meschine del nostro paese in Europa” dichiara David Sassoli, capodelegazione del Pd al Parlamento europeo.

Insomma, non si può far finta di niente, sintetizza Anna Finocchiaro nel pomeriggio, dopo la conferenza stampa di Gianfranco Fini: “Nella sua comunicazione Gianfranco Fini ha detto due cose chiare. La prima è che non c'è più intesa sul programma elettorale del PDL, quello con cui lui e Berlusconi si erano presentati davanti agli elettori. Anzi Fini ha accusato Berlusconi di aver tradito quel programma, rivendicando invece la sua fedelta. Il secondo tema è quello della questione morale all'interno del partito. Ha esplicitamente affermato che qualcuno nel PDL ha scambiato il garantismo con l'impunità.
Si tratta di questioni politiche molto importanti.
Berlusconi ieri ha chiesto le dimissioni di Fini da Presidente della Camera, confermando in questo la sua visione proprietaria della democrazia: il Presidente del Consiglio non sopporta l'equilibrio tra le cariche dello Stato, non sopporta il dissenso e, pensa che la legge sia uguale per tutti ma non per lui e per i suoi amici. In più, e qui siamo al paradosso, vuole cacciare Fini ma non vuole cacciare i ministri finiani dal Governo. Oggi, piu' di ieri, dopo le parole di Fini la crisi è aperta. Fini ha chiaramente detto che renderà difficile la vita al Governo non garantendo la fiducia a priori, ma ragionando su ogni provvedimento. Sono chiari i riferimenti a provvedimenti che Fini ha considerato un tradimento degli impegni con gli elettori. Ci troviamo di fronte al fallimento del progetto politico del PDL e di fronte ad una seria crisi istituzionale. Berlusconi ne prenda atto e venga in Parlamento al più presto, Camera e Senato devono poter discutere di quello che sta avvenendo. Non è possibile fare finta di niente.”

Di seguito pubblichiamo l'intervento integrale di Pier Luigi Bersani alla Camera dei deputati.

Signor Presidente, in queste ore, accadono fatti di assoluto rilievo politico ed istituzionale che meritano di essere valutati subito, all'apertura dei lavori di questa Camera. I fatti sono evidenti e non possono essere in alcun modo aggirati o elusi.
Il Capo del Governo certifica, in modo solenne, la frattura incomponibile nel maggior partito della maggioranza. Un dissidio insanabile che il Paese ha visto, via via, motivarsi attorno a dei temi, come la legalità, la democrazia e le grandi questioni sociali, con riferimento ai quali l'opposizione, dal primo momento, ha indicato la criticità ed il limite di questo Governo. Inoltre, il Presidente del Consiglio ha, di fatto, sfiduciato il Presidente della Camera, arrogandosi di un potere che non ha, che non è suo, perché il Presidente della Camera è di tutti, anche di quelli che non lo hanno votato.
Davanti a fatti come questi, credo che il Parlamento debba tornare ad essere la casa della discussione democratica: il Presidente del Consiglio facesse la cortesia di venire in Parlamento a spiegarci e a consentirci di discutere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mi rivolgo ai colleghi delle varie articolazioni della maggioranza, che questa mattina non sono molto mattinieri: per cortesia, non ci si venga, adesso, a propinare lo stanco rito retorico per cui è successo, ma non è successo niente; che, sì, ci stiamo massacrando, ma andremo d'accordo; che il motore si è rotto, ma la macchina va. No, il Paese non ha questi tempi, il Paese ha delle altre esigenze.
È ora di capire – ho detto così due giorni fa – che siamo oltre le colonne d'Ercole di una fase e che bisogna assumersi delle responsabilità. Ho detto anche che la prima questione è di ristabilire il principio basico di una democrazia, per cui un cittadino deve potersi scegliere il proprio parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E da lì in poi, ognuno faccia la sua proposta per il futuro di questo Paese; un Paese che ha bisogno di futuro e – lo ripeto – di una proposta per il futuro.
Ma di questo avremo tempo per discutere. Adesso, il problema è: non si pensi che ad agosto si possa andare «a tarallucci e vino» su una faccenda di questo genere. Il Presidente del Consiglio venga urgentemente in Parlamento. (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

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