La questione Morale

Non voglio parlare di un colore politico specificatamente, perché la “questione morale” ormai attraverso tutto l’arco costituzionale parlamentare, fino ad uscire fuori da esso arrivando all’estrema destra e all’estrema sinistra. Ne voglio parlare più in generale.

L’evolversi delle degenerazioni politiche nell’attuale contesto sociale ripropone sempre più la necessità di rivedere meccanismi, metodologie e comportamenti per porre al centro dell’attenzione e del dibattito politico la “QUESTIONE MORALE” , che deve tendere alla riacquisizione del modus più naturale e genuino di fare politica quale spirito di servizio e di garanzia e controllo delle rappresentatività istituzionali. Il sistema che ha trasformato il diritto in privilegi, generando con le lottizzazioni, le clientele ed il consociativismo la negazione dei diritti, condannando milioni di cittadini italiani alla rassegnazione ed all’umiliazione, è ormai dissolto.

Pertanto il rinnovo della politica su basi diverse è fondamentale non solo per la libertà, l’autonomia, la trasparenza e lo sviluppo ma per la garanzia della salvaguardia delle istituzioni democratiche nel nostro paese.

Occorre con spinte propulsive corredate da fantasia e progettualità coinvolgere sempre più le culture vive del nostro paese per consentirne la relativa ordinata crescita e per concretizzare una loro presenza reale e fattiva nelle istituzioni, elimi-nando e/o riducendo le insipicienze, le amorfità negative ma, soprattutto, le apatie, il disinteresse, la rassegnazione.

Bisogna impegnarsi per favorire un confronto con tutti gli uomini e le donne, i movimenti che si pongono l’obiettivo di riformare la politica, le associazioni ambientalistiche e dei diritti civili, il volontariato, l’intera società civile, che si avvii un dibattito ed una riflessione comune sulle problematiche e per l’attuazione delle stesse.

Questo confronto deve tendere a garantire la partecipazione e la presenza quanto più ampia possibile di tutti i soggetti disponibili alla discussione di un programma e di un percorso comune.

PERTANTO E’ OPPORTUNO NON ABBASSARE MAI LA GUARDIA!!!

1) GARANZIA DI ORDINARIA LEGALITA’

Occorre far sì che la macchina burocratica ed amministrativa sia fondata sui principi di competenza, responsabilità e separazione delle funzioni tra politica ed amministrazione, drammaticamente urgente nei settori dei servizi alla persona.

2) DIRITTI INDIVIDUALI E COLLETTIVI

Aprire una stagione di impegno per rompere la spirale perversa di esasperazione dei bisogni e negazione dei diritti sulla quale si basa gran parte dei meccanismi clientelari ed il voto controllato.

3) CENTRALITA’ DEI VALORI DI SOLIDARIETA’ SOCIALE

Convivono nel nostro paese forme petulanti ed aggressive e larghe fasce di povertà. Povertà non solo sociale ma anche culturale o determinata dalla pochezza dei servizi.

Occorre che chi intende far politica deve porsi dalla parte degli ultimi e a difesa dei loro diritti (portatori di handicap, immigrati, emarginati, anziani). Garanzie sociali di base per tutti i cittadini, valorizzazione del volontariato che, a fronte del degrado politico ed istituzionale, può diventare un vero e proprio referente di stimolo alla soluzione delle problematiche e di controllo dell’attività amministrativa.

4) DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE POPOLARE

La questione democratica è diventata la vera questione politica. L’impegno fondamentale è quello di ottenere normali garanzie democratiche. L’inserimento, laddove manca, negli ordinamenti statutari delle amministrazioni locali, dell’istituto referendario e dell’iniziativa popolare e di ogni forma di controllo democratico che consente ai cittadini una partecipazione che non sia ridotta alla mera delega “pro tempore” per la durata del mandato, è “ LA BASE DELLA PIATTAFORMA PROGRAMMATICA” da attuare mediante l’attivazione e la promozione dei regolamenti, oltre a far funzionare, seriamente, la figura indispensabile e non più procrastinabile del difensore civico. Inoltre è necessaria la divulgazione ed informazione dell’attività amministrativa (delibere, conferimenti incarichi, appalti, contributi, tariffe, spese personali e tutte quelle che comportino oneri finanziari), Pertanto, credo che, i nuovi amministratori devono attuare, non come novità dovuta alle circostanze ed ai tempi, ma quale autentica realizzazione di un minimum di partecipazione diretta dei cittadini alla verifica della gestione amministrativa, l’istituzione, dove manca, dell’ASSESSORATO ALLA TRASPARENZA E ALLA DEMOCRAZIA DIRETTA, affidandolo ad un cittadino, sentite le forze sociali, culturali e del volontariato.

E magari anche un Ministero per la Trasparenza e la Democrazia Diretta, nel governo centrale del paese.

Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com

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