Per superare la crisi finanziaria che ha minato la struttura stessa dell’economia reale occorre innanzitutto ripensare radicalmente gli strumenti istituzionali preposti alla promozione degli scambi commerciali con l’estero. La riforma delle competenze dell’ICE, dell’ENIT (e degli Istituti di cultura e degli avanposti diplomatico consolari), diventa urgente se si vuole salvaguardare le eccellenti risorse umane, impiegate in questo ambito, dalla frustrazione per la mancanza di obiettivi chiari e concertati. E solo la possibilita’ concreta di conseguire dei successi puo’ gratificare un sano impegno di lavoro. Occorre quindi che il Governo si assuma la responsabilita’ di operare scelte radicali senza indugi. Il mondo sta muovendo fuori dalla trappola dei numeri artificiali in una direzione di scambi sostanziali, il valore dei quali viene sempre piu’ espresso secondo il concetto della teoria neoclassica dell’utilita’ marginale. Immaginiamo dunque una sorta di cooperativa tra le imprese italiane, coordinata al vertice dalla dall’impulso dello Stato, per mettere in campo ognuno le proprie capacita’ produttive ed affrontare insieme il nuovo scenario che si va delineando nell’economia mondiale. La logica del baratto implica un’efficiente forma di coordinamento all’interno e una dinamica cooperazione con altri sistemi economici all’esterno Il nuovo organismo di promozione degli scambi commerciali e culturali potrebbe percio’ rivelarsi funzionale anche all’ingresso di investimenti esteri sul territorio italiano e favorirebbe nel contempo nuove alleanze per investimenti congiunti in Paesi terzi. Una Agenzia governativa ‘anomala’, istituita secondo criteri privatistici in cui il consiglio di amministrazione risponda ai soci, cioe’ gli stessi imprenditori italiani, potrebbe percio’ garantire a costoro di essere ‘serviti’ in modo adeguato ed efficiente poiche’ nei loro confronti si dovrebbero garantire dei risultati concreti. Tutta l’esperienza del personale della rete istituzionale esistente troverebbe cosi’ il proprio sbocco naturale in una nuova sfida entusiasmante nella quale cimentarsi con orgoglio. Non dimentichiamoci poi che gia’ esiste una rete di italianita’ nel mondo, alimentata da una crescente mobilita’ di giovani italiani che si spingono verso le diverse realta’ sociali all’estero, della quale usufruire, premiando ogni forma di contributo allo sviluppo di nuove relazioni commerciali e culturali, o altre opportunita’ di approfondimento di rapporti di amicizia e collaborazione. In questo contesto, un altro pilastro da non sottovalutare e’ la creazione di un tribunale sovranazionale ad hoc, indicato come giurisdizione unica da tutte le parti interessate e competente a dirimere eventuali controversie ed interpretazioni di questi scambi di nuova natura, alla luce di linee guida per uno sviluppo etico, armonico e sostenibile delle parti contraenti. Sarebbe come riassorbire ogni dichiarazione di intenti per combattere le evidenti ingiustizie sociali come la fame nel mondo, la lotta alle malattie endemiche, le sofferenze delle popolazioni vittime di guerre, ponderarle con la diffusione del rispetto di diritti umani veramente universali, e legarle indissolubilmente alle transazioni economiche. Tale Tribunale io mi auguro nasca per iniziativa italiana in Sicilia, luogo d’incontro storicamente privilegiato per i contatti tra civilta’ antiche e moderne, il cui ripristino sara’ sicuramente di buon auspicio per un riequilibrio globale che veda protagonista il mondo Africano in questa svolta epocale. Federica Polegri