Obama e Alemanno con Consorti e Orti Risorti


Era il 2 agosto 2009 quando da Washington si apprese che sarebbero stati ” i coniugi Clinton i responsabili dell’alta percentuale di metalli pesanti che hanno avvelenato l’orto biologico piantato da Michelle Obama nel giardino della Casa Bianca. Lo rivela il sito web del Daily Finance secondo cui i precedenti inquilini democratici dal 1993 al 2001 per risparmiare avevano deciso di usare acque di scarico come fertilizzante.Questi autentici liquidi fognari contenevano un’elevata quantità di piombo e per questo le verdure orgogliosamente piantate a marzo da Michelle non possono essere qualificate come ‘biologiche’. I livelli di piombo trovati negli ortaggi presidenziali assommano a 93 parti per milione, meno di una quarto dalle 400 parti per milione considerate tossiche, ma comunque è troppo per ottenere l’ambito bollino di ‘organic food’ cui aspirava la first lady.”

Fare orto bio è cool. E questo cul in Italia attecchisce, al punto che in Campidoglio come alla Casa Bianca cresceranno ortaggi bio. “Il sindaco di Roma Alemanno ha deciso di avere sul colle romano due orti. Uno stabile nei giardini del Campidoglio e uno più grande e temporaneo, sotto la statua del Marco Aurelio. Ricalcherà la stella michelangiolesca che disegna il pavimento di piazza del Campidoglio. Questo secondo orto verrà inaugurato a ottobre: tra gli ospiti più attesi anche la first lady Michelle Obama, madrina di un orto bio alla Casa Bianca.”
Una storia italiana con tanto blù e stelle e strisce? Brividi, di gioia risorta.

Di liquidi fognari siamo pieni a Roma, la Maxima Cloaca con Suburra, qualunque padrone le cinga la chioma, ha però una vocazione alla coltivazione, ispira, come l’Orto Botanico a diventare Rambo, giocare alla guerra.ROMA!

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Era marzo del 2008, quando scrivevo: E allora fuggo nel mio orto, come mio nonno che ne aveva uno a Piazzale Clodio a Roma, dove oggi c’è la RaiTv e il Tribunale, insieme ad altri aveva l’orto di guerra. L’aveva scambiato con un agnello, come quello che si mangia a Pasqua , che quando mio padre tornava dal lavoro, belava e gli correva incontro per quattro piani di scale. Poi ci fu la guerra, quella vera, e ognuno fece la sua parte. Come oggi, invitati ad essere cittadini – con un diritto e un dovere per un giorno – a ripercorrere come dallo psicanalista sogni e incubi che si affollano, indistintamente, alle prime luci dell’alba.
Giochiamo on line?

Sarà il tempo che avanza e a settembre, per me sono 60, sarà l’ansia da guerra e la voglia di stare serena ma l’orto me lo sono fatta anche io, dove risiedo, senza insorgere e scambiare niente, se non i soldi di una liquidazione lavorativa, tanto per non comprare erbe aromatiche al supermercato, come fossero in urne sacre e d’oro, lì imbalsamate e bio: come tanti tra Casa Lavoro Popolo e Orti Sparenti nella Terra della Libertà.
E annaffio con acque sempre più care e meno nostre, sempre più avvelenate, dai comitati del no, con alla testa Quelli che dicono sempre Tanto rumore per nulla.
Se bevi di queste notizie insorte, per credere che la fertilità della Democrazia esporti pace e vita e vittoria, annaffiata da liquami di fogna, dimmi, ne ribevi?
Quelli ai confini tra il selvatico e il coltivato, sono pregati di fare un passo avanti…sembra che ogni giardino diventi una fabbrica di munizioni…Every Garden a Munitions Plant.Quindi curate, curate gli orti e prendete le vostre precauzioni antiaeree.

“…Anch’io combatto, anch’io fo la mia guerra, con fede con onore e disciplina desidero che frutti la mia terra e curo l’orticello ogni mattina, l’orticello di guerra e prego Dio che vegli su di te babbuccio mio.”
Doriana Goracci

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