La manovra non è equa

Premesso che le Regioni devono concorrere al risanamento dei conti pubblici, credo che i sacrifici e la riduzione della spesa siano necessari, ma che non possano essere un errore, una penalità applicata in modo indiscriminato. Tutto ciò anche alla luce del fatto che il debito delle regioni dal 2007 al 2009 è diminuito del 6,21%, passando da 45 mld a 42 mld di euro, mentre quello del Governo è aumentato di quasi l’11%, passando da 1488 a 1650 mld di euro con un più 162 mld in soli due anni.

Si è riconosciuto da tutti il ruolo di ammortizzatore sociale svolto dalla famiglia in questa lunga e difficile crisi economica e finanziaria, perché ha sostenuto l’emergenza aiutando il proprio componente senza lavoro e i giovani che attendono di avere un’occupazione. La manovra del Governo per ridurre il debito non aiuta la crescita e quindi non crea sviluppo e occupazione per i giovani che restano nella famiglia, non aiuta il ritorno al lavoro di chi l’ha perso aggravando i bilanci familiari, non permette politiche di sostegno alla famiglia in quanto tale con i tagli a Regioni e Comuni. Le famiglie, così, sono costrette ad intaccare i risparmi per campare e chi non ha riserve ricorre sempre più alle mense sociali, al Banco Alimentare e alla Caritas, anche nelle Marche. Le famiglie più svantaggiate, le povere, le numerose, le povere perché numerose, crescono sempre più: tre categorie costrette all’elemosina. Altro che welfare del terzo millennio, qui rischiamo di non mantenere neanche i livelli minimi di assistenza.

La manovra non è equa perché il Governo taglia agli altri lasciando invariato il proprio livello di spesa cresciuto del 50% negli ultimi 15 anni, poiché ogni Governo che si è succeduto lo ha aumentato con l’introduzione di nuovi progetti senza ridurre i precedenti. Non ci si prenda in giro con il taglio del 10% dell’indennità dei parlamentari che significa 400 euro in meno nelle tasche di deputati e senatori e un risparmio di 1 milione al mese o poco più. Diminuisca piuttosto il numero di parlamentari sempre annunciato e mai fatto (la metà farebbe risparmiare circa 500 milioni di euro a crescere negli anni) o le Provincie, le unioni dei Comuni, le migliaia di Enti e istituzioni nazionali, regionali e locali, dove allocano centinaia di migliaia di amici (il centro-destra faccia veramente la riforma liberale che annuncia da quasi un ventennio e che non realizza mai per le pressioni corporative delle sue componenti politiche).

Tassi le Fondazioni, le rendite finanziarie e tutte le attività speculative, accogliendo l’emendamento UDC dell’on.Rocco Buttiglione alla finanziaria, provvedimento che permetterebbe di introitare 8 mld di euro con i quali si può avviare una seria riforma fiscale a favore delle famiglie numerose, più povere e povere perché numerose.

La Regione Marche cercherà di fare la sua parte mantenendo la spesa storica del sociale a condizione che il Governo modifichi sostanzialmente la sua manovra e non penalizzi le Regioni virtuose.

Ancona, lì 25 giugno 2010

On. Luca Marconi

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