La Sicilia si adegua alla normativa nazionale recependo il criterio del massimo ribasso. Al momento del voto i deputati del Pdl hanno abbandonato l'aula
PALERMO – La Sicilia si adegua alla normativa nazionale in tema di appalti. Lo prevede il disegno di legge di riforma varato in serata nella seduta dell'Ars con 54 voti a favore e nessuno contrario. Al momento del voto i deputati del Pdl hanno abbandonato l'aula.
Il testo recepisce le indicazioni della commissione europea e della Corte Costituzionale, e modifica i criteri di aggiudicazione delle gare. Al centro della riforma c'è il criterio del 'massimo ribasso': in pratica vince la gara d'appalto la ditta che presenta il ribasso più alto rispetto al costo previsto, purchè questo non superi il 'valore di anomalia calcolato' per lavori di importo sotto il milione di euro.
In gare di importo superiore al milione, invece, se il ribasso proposto supera il valore di anomalia può essere accettato, purchè venga giustificato. A differenza della legge nazionale, quella regionale prevede che dall'importo sul quale effettuare il ribasso sia scomputato il costo per la mano d'opera.
La legge adegua alla normativa nazionale le funzioni dell'Autorità per la vigilanza sugli appalti e dell'Osservatorio regionale sugli appalti; aggiorna le funzioni e composizione della Commissione regionale dei lavori pubblici; definisce le procedure da seguire in caso di ricorso amministrativo; tratta la revisione dei prezzi dei materiali; prevede l'obbligo per le imprese aggiudicatarie di comunicare entro 15 giorni l'elenco delle ditte affidatarie di opere in subappalto; infine, introduce protocolli di legalità e di tutela dei lavoratori.