Falcone ha iniziato a morire all'Addaura
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Attilio Bolzoni fa una considerazione inquietante: come è possibile che all'inizio degli anni '80 un gruppo di corleonesi guidati da Totò Riina abbia sterminato in breve tempo le famiglie mafiose rivali e ucciso 1500 persone senza subire neppure una perdita, un solo ferito? Senza un aiuto esterno è impossibile, lo dice il buon senso. I mafiosi stragisti di Riina furono sepolti nelle carceri del 41 bis dopo aver portato a termine le stragi di Capaci, di via D'Amelio, dei Georgofili di Firenze e del PAC di Milano. Non serviva più. Il traghettamento alla Seconda Repubblica era ormai avvenuto. Le più potenti famiglie mafiose del dopoguerra sono state cancellate dalla faccia della terra o rinchiuse in galera con decine di ergastoli. Cui prodest?
Gli scricchiolii, i segni premonitori della fine della Seconda Repubblica ci sono tutti. Tra questi le dichiarazioni di Spatuzza e Ciancimino e l'accertamento della trattativa Stato Mafia degli anni '90. La transizione è già in atto e i poteri (sempre meno occulti) sono già al tavolo della trattativa. Aspettiamoci di tutto.
Lo Stato attentò alla vita di Giovanni Falcone (espandi | comprimi)
Blog: “Attilio Bolzoni uno dei passaggi chiave nella vicenda che poi porta a parlare di trattativa tra Stato – mafia, tra pezzi dello Stato che non sanno cosa fanno altri pezzi dello Stato, è il fallito attentato a Giovanni Falcone all’Addaura, cosa avete scoperto?”
Bolzoni: “Falcone è stato ucciso il 23 maggio 1992 a Capaci, ma ha cominciato a morire 3 anni prima all’Addaura, all’Addaura c’era qualcuno che voleva Falcone morto, qualcuno che non era solo un mafioso, le ultime indagini ci raccontano che c’era un pezzo di Stato che lo voleva morto e un pezzo di Stato che per fortuna quel giorno ha salvato Falcone.”
Blog: “In particolare un agente di polizia che poi…”
Bolzoni: “Da quello che si è capito l’attentato ha cambiato scena dopo più di 21 anni, si era sempre pensato che i killer venissero dal mare su un canotto color arancio, giallo, a quanto pare invece i killer sono venuti da terra, i mafiosi dell’Acqua Santa, della Vergine Maria, dell’Arenella insieme a presenze estranee molto probabilmente, uomini degli apparati, loro hanno messo quei 58 candelotti esplosivi sugli scogli davanti alla villa di Falcone e a quanto pare due poliziotti, Antonino Agostino e Emanuele Piazza del giorno se ne accorsero e in qualche modo salvarono la vita a Falcone. “Blog: “Distruggendo però un piano, una strategia probabilmente, pagarono a caro prezzo quell’intervento.”
Bolzoni: “La strategia era doppia, l’attentato all’Addaura era stato accuratamente preparato con una serie di lettere anonime che servirono a delegittimare Falcone lo indicavano lui e il Vicecapo della Polizia del tempo Gianni De Gennaro come i mandanti di killer di Stato, il ritorno del pentito Contorno in Sicilia, sarebbe ritornato per uccidere i rivali di cosca, un delirio, una follia, mai il giudice Falcone avrebbe neanche immaginato una cosa di questo tipo, ma un corvo scrisse queste cose delegittimandolo, le voci della Palermo più infetta fecero il resto e poi si arrivò all’Addaura, la cosa stupefacente dopo 20 anni è che si è intuito, scoperto che anche apparati dello Stato erano lì per uccidere Falcone. Poche ore dopo l’attentato all’Addaura Falcone però aveva già intuito tutto quando parlò delle menti raffinatissime e parlando di menti raffinatissime che avevano organizzato l’attentato all’Addaura certo non si riferiva ai boss di Cosa Nostra.”
Blog: “Sembra che ci sia un unico filo conduttore da Portella della Ginestra fino quasi alla strage di Via D’Amelia.”
Bolzoni: “Portella è stata la prima strage di Stato, partirei dalla fine degli anni 70, quando un gruppo di mafia non è più servito e è stato cancellato dalla faccia della terra dai corleonesi di Totò Riina pensate, tra la primavera del 1981 e l’autunno del 1983 nelle 4 province della Sicilia occidentale: Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta sono stati uccisi circa 1500 mafiosi, non conto le lupare bianche, i sequestri senza ritorno. Contemporaneamente Cosa Nostra lancia per la prima volta nella sua storia un attacco senza precedenti allo Stato, da una parte lo Stato, dall’altra parte l’aristocrazia mafiosa e dall’altra parte ancora i vincitori di queste due guerre, una interna a Cosa Nostra e una esterna, Totò Riina con 70 caproni scesi dalle montagne per conquistare Palermo e la Sicilia, così ci hanno raccontato la storia, la storia non è andata così. Totò Riina era l’espressione di un gruppo di potere che serviva in quel momento, a qualcuno serviva una mafia stragista, l’avremmo capito tanti anni dopo, nel 1992 quando c’è stato Capaci e poi Via Marino D’Amelio.”
Blog: “Eppure la sentenza d’appello a carico di Marcello Dell’Utri sembra in qualche modo dire che non ci fu alcun burattinaio dietro alla discesa in campo di Forza Italia e ai collegamenti con la mafia, nessun padrino e nessuna stretta di mano inconfessabile.”
Bolzoni: “La sentenza Dell’Utri è la sentenza di un processo, intanto ritengo che sia una sentenza importante perché ci conferma quello che già sapevamo, 25 anni di relazioni, un periodo molto lungo, strettissime tra l’uomo che è stato l’ombra di Silvio Berlusconi imprenditore e i capi della Cosa Nostra siciliana, questo ci dice la sentenza, ci dice anche che secondo quei giudici della Corte d’Appello di Palermo, questo rapporto si è interrotto secondo loro all’improvviso dal 1992 in poi, ma questa è la storia del processo Dell’Utri. Ci sono in questo momento investigazioni, inchieste aperte in diverse procure italiane oltre a Palermo, Caltanissetta, Firenze per le bombe in continente del 1993 che raccontano un’altra storia che soltanto ieri il Presidente della Commissione parlamentare antimafia Pisanu ha rilanciato: le stragi non sono state solo stragi di mafia, ma c’è stato un groviglio di apparati, deviati dello Stato, logge massoniche, lobby. La verità è questa, che Cosa Nostra soprattutto per le stragi del 1992/1993 è stata usata e sacrificata, dove è finito Totò Riina? Dove sono finiti i suoi 70 corleonesi? Perché di 70 uomini d’onore si parla, sono tutti seppelliti, sono tutti sepolti nei bracci del 41 bis, dopo avere fatto il lavoro sporco.”
Gli smemorati tornano a ricordare (espandi | comprimi)
Blog: “Non sarà una prova ma è certamente un indizio l’imbarazzo che la storia della trattativa tra Stato – mafia provoca nelle istituzioni, chi perde la memoria, chi prima dice una cosa e poi ci ripensa? “
Bolzoni: “Quello è l’aspetto più sconcertante della trattativa, a distanza di 17 anni ex ministri, ex alti funzionari dello Stato ritrovano la memoria casualmente quando Ciancimino parla e piombano a Palermo a testimoniare su fatti così gravi, è una cosa che mi lascia senza fiato! Dopo 17 anni personaggi ai massimi livelli delle istituzioni, si ricordano dettagli così importanti che probabilmente erano dettagli che hanno fatto la differenza tra la vita e la morte, mi riferisco a Borsellino, quest’ultimo molto probabilmente muore perché viene a conoscenza di quella trattativa. “Blog: “Il fatto che Dell’Utri abbia ribadito ancora una volta, ove non fosse stato chiaro, la sua idea su Mangano, è un eroe fosse un messaggio per esempio per un Giuseppe Graviano che non ha detto nulla quando doveva essere interrogato dai magistrati?”
Bolzoni: “Il senatore Dell’Utri ci ha impartito una grande lezione di mafiosità: la migliore parola è quella che non si dice, non si stanca mai di ripetere che Mangano è un eroe perché non ha parlato e ha fatto sapere a tutti , anche dopo la sentenza che lui non parlerà. “
Blog: “Però ci sono altri pentiti che potrebbero cambiare idea circa la loro collaborazione, a Spatuzza viene negata e si parla di un pentito che a 24 ore dalla chiusura del processo Mori ha deciso di non parlare più a Palermo.”
Bolzoni: “La vicenda Spatuzza è un’altra di quelle vicende stupefacenti che riguarda lo Stato, mai si era visto che tre Procure ritenessero affidabile un collaboratore di giustizia e che collaboratore! Sta riscrivendo la storia delle stragi, e che una commissione ministeriale decidesse, senza l’assenso dei due magistrati della Procura nazionale antimafia che erano presenti, di non inserirlo nel programma di protezione, una decisione di una gravità inaudita, però penso a proposito di Spatuzza che questa decisione non sia tanto scaturita da quello che Spatuzza ha detto pubblicamente anche, prima ai procuratori di Firenze, poi pubblicamente a proposito delle stragi in continente, quando ha fatto i nomi di Dell’Utri e del nostro Presidente del Consiglio coinvolti in qualche modo in quell’altra trattativa nella stagione delle bombe italiane, perché Spatuzza dice una cosa che sente de relato, che sente da Giuseppe Graviano, da madre natura, dal suo padrone e probabilmente noi non sappiamo se quello che gli ha detto Graviano è vero o non è vero, comunque anche se fosse vero, mettiamo per ipotesi che fosse vero, sa solo quel pezzo perché Spatuzza è un sicario, però è un sicario che il 18 luglio 1992, 24 ore prima che il Procuratore Paolo Borsellino saltasse in aria con 5 agenti della sua scorta, tra poliziotti e una poliziotta, c’era anche una donna poliziotto, Spatuzza vede in un garage di Brancaccio i suoi compari e una presenza estranea che ha individuato come un agente dei servizi segreti. Sappiamo che era il vicecapo del Sisde con incarichi operativi in Sicilia, mentre caricano di esplosivo la FIAT 126 che sarebbe servita il giorno dopo per l’attentato. Vogliamo non farlo entrare nel programma di protezione? Ho fatto un pezzo su Repubblica parlando con un titolo “Il sasso in bocca” questo mi ha ricordato! “
Blog: “Così torniamo anche all’inizio della nostra chiacchierata e all’Addaura, le presenze estranee e le presenze… “
Bolzoni: “In tutte le stragi e gli omicidi eccellenti siciliani ci sono state queste presenze estranee, da Dalla Chiesa a Chinnici, da Falcone a Borsellino, da Pio La Torre, dirò di più anche la guerra di mafia degli anni 80 non è stata raccontata come bisogna adesso raccontarla dopo 25 anni. Credo che ci siano state delle presenze estranee anche in quella carneficina, 1500 morti da una parte, feriti e morti dall’altra zero!”