di Gianmario Mariniello
“Schifani in Sicilia è un capocorrente”. Cosa c’è di scandaloso in questa affermazione? Boh… Eppure le parole di Italo Bocchino nel corso della presentazione di Generazione Italia in Sicilia – ribattezzata “Generazione di sfigati” (che signore) dal deputato Nino Germanà – hanno scatenato un putiferio.
“Parole inopportune” per l’on. Alessandro Pagano. “Offesa rozza e inaccettabile” per Denis Verdini. Bocchino mette “zizzania”, secondo il Sen. Alberto Balboni. Parole “pessime” per Sandro Bondi. Solo “insulti”, secondo La Loggia. Parole “sgradevoli”, secondo Gasparri. Dichiarazioni “irriguardose” per Mimmo Nania. Bocchino è un “insolente”, secondo Carlo Vizzini. E infine Francesco Casoli: “Bocchino chiuda la bocca”. Forse Casoli avrà scambiato il Pdl per un film de “Il Padrino”. Vabbè, pazienza.
Ma cosa ha detto di tanto sconvolgente Italo Bocchino? Semplicemente che Renato Schifani guida una pattuglia di uomini, una parte del Pdl in Sicilia. Una corrente, insomma. È forse una balla? Ma soprattutto, cosa c’è di male in questa azione di Schifani sottolineata da Bocchino?
Il fuoco di sbarramento di dichiarazioni dimostra piuttosto una difficoltà ormai patologica ad accettare il dissenso e addirittura anche la discussione interna al Pdl sul territorio. Una cosa che non ha eguali in nessun altro partito del mondo libero.
Il Presidente del Senato viene difeso a spada tratta dai suoi ragazzi. Liberi di farlo, ma nessuno ha offeso il Presidente del Senato. Oppure essere capocorrente è diventato un’offesa nel Pdl?
Piuttosto, da questi solerti difensori di Schifani, ci piacerebbe ascoltare una parolina, anche solo una, quando gente come Lehner e Stracquadanio offendono sul serio il Presidente della Camera, dandogli del “cinico amorale” (Stracquadanio) e invitandolo a “mettersi a cuccia” (Lehner). E ci piacerebbe ascoltare una riflessione, anche poche parole, sul caso Brancher, sul caso Cosentino, sul caso Lunardi, sul caso… Basta, potremmo continuare all’infinito. Saluti.