In questo mio ennesimo intervento ( segue: LA DEMOCRAZIA E’ UN BENE COMUNE E LA COSTITUZIONE E’ IL PUNTO DI PARTENZA), faro’ il bravo cittadino e non chiedero’ le dimissioni di nessuno. In futuro il Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio e I partiti, applichino la Costituzione. A differenza dei partiti le piu’ alte cariche dello Stato giurano fedelta’ alla Repubblica e alla nostra Costituzione, ( I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierla, con disciplina ed onore, prestando giuramento, art.Cost.54) cosi’ come lo fanno tutti i parlamentari e per avere un parlamento esente da delinguenti ( pulito) basterebbe applicare la Carta. Vengo al dunque:
I partiti nell’elaborare le loro liste di candidati applichino l’articolo 48 ( quello li’), nello specifico l’ultimo comma: “ Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”. Beh cari politici se una persona ( un compare) e’ indagata o in attesa di essere giudicato, in base a quanto stabilisce la Carta e’ indegno del voto, in questo caso il voto passivo, la sua eleggibilita’,
Il Presidente del Consiglio nomina i ministri e i sottosegratari e il Capo dello Stato riconferma ( ricordiamoci che hanno appena giurato sulla Costituzione) nel fare cio’, “dovrebbero applicare l’ art. Cost. 27: “La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva” E’ chiaro che questo articolo e’ interpretativo ed implicito, e’ sottointesa anche la presunzione di innocenza, soptatutto quando si tratta di deleghe con o senza portafoglio. E’ la differenza tra il comandare e il governare!
