“Spiegheremo, dati alla mano, ai cittadini, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni rappresentative del mondo produttivo, alle forze politiche e ai mezzi di informazione quali saranno le conseguenze della manovra recentemente varata dal Governo”. Così il Presidente Vasco Errani ha spiegato la convocazione straordinaria della Conferenza delle Regioni per martedì 15 giugno. Un incontro che terminerà con la convocazione di una conferenza stampa che vedrà la partecipazione di tutti Presidenti delle Regioni presenti. Nel pomeriggio poi i Presidenti incontreranno i rappresentanti delle forze economico-sociali.Provvedimento iniquio – Nessuno mette in dubbio – ha spiegato Errani – la fase difficile attraversata dal Paese e la necessità di interventi finanziari adeguati, ma occorre costruire una manovra equa che coinvolga tutti i livelli istituzionali della Repubblica e che, soprattutto, abbia il minore impatto possibile sui servizi ai cittadini e alle imprese. Dopo gli incontri con le forze politiche, i capigruppo parlamentari di maggioranza e opposizione e dopo il confronto con le parti economico-sociali presenteremo le nostre proposte, partendo da una condivisa assunzione di responsabilità”.Tremonti: “Una manovra illuminista” – “Sapevo che c'erano i trasferimenti dal ministero dell'Interno ai Comuni, avevo idea degli importi, ma non del meccanismo. Adesso, lavorando alla manovra, lo sto scoprendo. La manovra è una specie d'Illuminismo sui dati”. Deregulation del mondo delle imprese, affermazione del principio della buona fede, autocertificazione, controlli ex post per le imprese, perché l'Italia “non può competere con sistemi troppo diversi dal nostro e per farlo dobbiamo lasciare giu' un po' di zavorra”. Concetti su cui è tornato a parlare il ministro dell'Economia Giulio Tremonti a Levico Terme. Dova ha ricapitolato i capisaldi della sua proposta di riforma del mondo delle imprese. “L'idea è semplice: aggiungere nell'art.41 della Costituzione il principio del riconoscimento della responsabilità alla persona. Poi la segnalazione di inizio attività con l'autocertificazione, – aggiunge – e l'idea dei controlli solo ex post e, infine, il riconoscimento della buona fede. Questo deve essere fatto da subito per legge ordinaria e questi cinque principi devono essere blindati con legge costituzionale – continua – perché nel nostro sistema, che è bloccato, se non cambi la Costituzione si blocca tutto”.”Chilometri di leggi inutili” – Tremonti ha anche ricordato che “questo è un Paese in cui le leggi sono troppe e che ogni anno produce 4 Km di Gazzetta Ufficiale e 1 km quadrato di regole. Per il ministro dell'Economia “la modifica della Costituzione non può essere limitata all'art. 41 “ma estesa anche all'art.118, che è la piramide dei rapporti tra Stato, Regioni e Comuni, introducendo in nome della responsabilità dell'individuo una diversa articolazione della sussidiarietà”.Modifiche agli articoli 41 e 118 – “Se non modifichi l'articolo 41 non vai da nessuna parte, se modifichi l'articolo 118 fai la cosa giusta ed equilibrata”. Così Tremonti ha sottolineato ulteriormente la necessità della revisione costituzionale, preceduta da una legge ordinaria, per favorire la libertà d'impresa. Oggi “la via giusta è quella dell'economia sociale di mercato, la via giusta è quella di Pomigliano”.