di Vincenzo Luigi Gullace
…. La donna accompagna dolcemente la storia tenendola per mano …
Per secoli e secoli gli studiosi delle varie discipline scientifiche si sono cimentati, e tuttora si cimentano, nell'arduo compito di collocare la donna nell'universo dell'esistenza e della sapienza.
Il suggestivo tema della genesi propone una riflessione tanto semplice, quanto essenziale.
Sarebbe differente la valutazione storica e la conseguente considerazione della donna, se fosse stata creata prima di Adamo?
Secondo me una tale inversione nulla avrebbe cambiato nel giudizio della storia del genere umano.
Dunque ciò che condizionò, ed ancora oggi condiziona, in una serena analisi è il ruolo della donna; ruolo fondamentale nella compiutezza e non accessorio nell'eventualità, che dona il senso di come la dolce e forte figura femminile sia stata posta nell'inestimabile e misterioso percorso della vita.
L'affannosa ricerca di una parte di certa scienza, di un'identità veramente indipendente che caratterizzi dall'origine l'essere donna, potrà sempre trovare elementi di discutibile distinzione, ma non avrà mai la possibilità di dimostrare che rovesciare la storia può servire ad una rilettura più consona della dignità umana.
L'erudito mondo antico del pensiero teologico e filosofico, ha colpevolmente trascurato, ed in taluni casi sminuito, il valore della donna fino a concederle assai poca importanza.
Nel Paganesimo, l'adorazione femminile era incentrata sulla posizione sacerdotale e riscuoteva una certa considerazione, in quanto basata su di un sentimento di timoroso indotto rispetto.
L'avvento del Cristianesimo ha sconvolto l'intero sistema di concezione e valutazione della donna, anche se solo con il Cattolicesimo, ed in particolare con il Concilio di Efeso del 431 d.c.si arrivò al riconoscimento ufficiale dogmatico della Beata Vergine quale Madre di Dio.
La scienza insegue da sempre un percorso diverso, ovvero non parte dalla creazione divina, evidentemente inspiegabile, ma dalla necessità razionale, quindi umana, di fornire un'accurata narrazione munita di datazione, di come la razza umana sia indissolubilmente legata all'evoluzione del concetto di specie e, quindi, al processo di mutazione dal genere animale.
Con un differente approccio iniziale verso l'origine umana, cambia e si giustifica scientificamente, la considerazione verso l'essere in sé a prescindere dal sesso, in quanto niente sarebbe precluso alla spiegazione scientifica, ma dinanzi all'esaltazione del presunto sapere si alimenta un desolante vuoto spirituale, che un'analisi per quanto approfondita nel senso indicato non potrà mai riempire.
Malgrado questa straordinaria manipolazione, rimane un aspetto di fondamentale importanza sul quale il confronto esegetico non riuscirà a trovare né equilibrio di sostanza , né parità di vedute ossia la maternità.
Attorno a questa meravigliosa parola, ruota tutto il misterioso e stupefacente mondo della vita.
Dio avrebbe potuto creare il proprio figlio, invece l'ha generato in grembo materno.
Avrebbe potuto elevare l'uomo ad unica sua espressione, relegando la donna a serva, invece ha voluto esaltare la donna ponendola su una dimensione unica e poco importa se dopo Gesù, il figlio dell'uomo, ha scelto i suoi apostoli solo tra gli uomini.
Un'attenta e non prevenuta lettura del nuovo testamento, fornisce un'abbondante idea di come Gesù abbia avuto grandissima considerazione delle donne a cominciare dalla propria madre, non a caso il primo segno miracoloso egli lo fece su invito di sua madre durante le nozze di cana con la tramutazione dell'acqua in vino.
Gesù fece ciò per amore e rispetto filiale pur riconoscendo che era ancora presto per dare inizio alla sua opera.
Dopo questa premessa storica di come la donna ha visto il proprio posizionamento spirituale, culturale e scientifico nel passare dei secoli, possiamo provare ad indicare al giorno d'oggi come questa delicata e fondamentale componente del genere umano vive e si riconosce, e come viene riconosciuta.
Sembra eccessivo il continuo ricorso a contrapposizioni marcatamente feministiche , su posizioni intransigenti di ricerca del consenso e del riconoscimento di una lotta ancora lontana da una conclusione quanto meno di principio.
A sostegno di questo pensiero ci sorregge il lavoro e la sensibilità di una grande donna della cultura del secolo scorso, Simon De Beauvoir la quale ha dedicato parte del suo studio filosofico all'analisi del vissuto femminile, descritto in forma sequenziale ed evolutiva attraverso le varie fasi della vita.
Secondo la De Beauvoir la condizione femminile del presente è quella di una astratta eguaglianza contrapposta ad una concreta ineguaglianza, in cui le donne hanno raggiunto con fatica e sacrificio il pieno inserimento nella società, senza dover più ricorrere a rivendicazioni di carattere generale o battaglie di principio, con la consapevolezza però, di dover approfondire la propria individualità ed aumentare la conoscenza di se stessa.In sintesi, contrapporre ai valori cosiddetti maschili, quelli femminili in assoluta armonia e concordia nel rispetto reciproco e non come terreno di scontro.
Parimenti nella spiritualità si riscontrano segnali particolari e particolarmente significativi.
Prima di tutto sorprende che certe rivendicazioni spirituali di tipo procedurale dottrinale, non pervengano da donne di chiesa ma esterne ad essa, poi occorre sottolineare come più dell'uomo , la donna riesca a sentire la presenza e la potenza della fede.
Non può, e non deve essere un caso, se i testimoni attivi di apparizioni Mariane, sempre più frequenti negli ultimi decenni, siano per la quasi totalità donne che dopo una tale esaltante e, per certi aspetti, sconvolgente esperienza, continuano una vita assolutamente normale in un sereno ambito familiare.
Dunque la donna deve vivere nella consapevolezza della propria identità e del proprio ruolo oggi più che mai.
La sua testimonianza salverà l'umanità e la sua presenza salverà la vita.