“La storia dell'Argentina, che nell'integrazione ha costruito la sua identità nazionale, ci indica con chiarezza qual è la qualità dell'accoglienza che il mondo si aspetta da noi, dall'Italia. Rigorosi nel chiedere rispetto per le nostre leggi, ma leali nel dare il benvenuto a chi viene legalmente in Italia e ci porta il suo lavoro”. Così il vicepresidente dei senatori del Pd interviene nell'Aula di Palazzo Madama nel corso della commemorazione del duecentesimo anniversario dell'indipendenza dell'Argentina. “Altra questione per la quale la storia dell'Argentina ci riguarda, ha a che fare con i pur faticosi, difficili progressi del processo di integrazione tra i Paesi del continente sudamericano. Anche tra le nazioni del Sudamerica sta diventando chiaro come nel mondo globale nessuno Stato possa farcela da solo. Traiamone una lezione utile per l'Italia. L'euro, la moneta unica che oggi è sotto attacco dalla speculazione, non basta più a proteggere l'Europa. Per salvare l'Europa è nostro dovere agire con forza nella direzione della sua integrazione politica. Nel mondo contemporaneo l'euro e la Bce sono l'unica moneta e l'unica banca centrale a non aver dietro uno Stato, un'unica politica economica e fiscale, un unico impianto normativo di base”.
“C'è poi – per Zanda – l'abitudine tutta italiana di rendere opachi persino i più grandi appuntamenti della nostra storia. In questi tempi anche la democrazia argentina, come l'Italia, è terra di competizione e di tensioni politiche. Ma in Argentina mai a qualcuno è venuto in mente di giocare politicamente con l'unità del Paese. Il 150° anniversario dell'Unità d'Italia ha indotto alcuni parlamentari italiani e, addirittura, alcuni membri del Governo a definire 'inutili e retoriche' le celebrazioni. Sono posizioni politiche che il Pd respinge”.
“L'Unità d'Italia può essere celebrata degnamente solo proponendo al Paese politiche di unità e di condanna dei bassi istinti di divisione. Questo è lo spirito con cui da oggi l'Argentina celebra il suo bicentenario. Ma – conclude Zanda – se questo spirito non fosse anche il nostro, se lasciassimo venir meno la tensione morale verso l'unità d'Italia, anche questa nostra celebrazione per il bicentenario argentino si tingerebbero di retorica”.