Articolo 11: “ L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta’ degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazional, consente, in condizioni di parita’ con gli altri stati, alle limitazioni di sovranita’ necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizazzioni internazionali rivole a tale scopo”
‘L’obiettivo iniziale dell’avventura afgnana da parte dell’Italia era rivolta e attinente alla seconda parte del principio pacifista della nostra Costituzione:”assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Da pacifista avrei preferito un non coinvolgimento dell’Italia, dopo tutto la Repubblica ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta’ degli altri popoli, oggi con l’ennesima perdita di due nostri ragazzi e due feriti gravemente, dobbiamo seramente chiederci se non sa ora di lasciare l’Afganistan, abbiamo gia’ speso milioni se non miliardi di euro per una causa persa a priori. In un momento di vacche secche si deve anteporre il proprio interesse al cospetto degli altri, voglio qui ricordare un veccho detto calabrittano:” Chi pensa troppo alla pelle altrui, le propria se la mangiano i diavoli”. L’Italia puo’ indirettamente contribire alla causa afgana con aiuti di altro genere, aiuti in denaro alla popolazione civile e lasciare che siano le forze armate afgnane a risolvere la loro guerra civile.
L’Italia è insieme alla Gran Bretagna l’alleato che offre il maggior contributo di forze al surge di Obama: almeno 1.150 militari. Molto probabilmente il nuovo impegno porterà a un aumento della spesa complessiva per le missioni all’estero (oltre 1,5 miliardi nel 2009) perché se da un lato i costi per i rinforzi verranno compensati dal ritiro nei prossimi mesi di circa 1.500 soldati da Kosovo, Bosnia e Libano con un risparmio nel 2010 per circa 150 milioni di euro, dall’altro però i rinforzi in Afghanistan comportano costi più alti, soprattutto sul piano logistico, di quelli sostenuti in teatri operativi più tranquilli e vicini all’Italia.
I rinforzi che si aggiungono ai 2.800 militari e 29 velivoli schierati a Herat (al costo di 600 milioni di euro bel 2009), includeranno un ulteriore contributo alla Nato Training Mission che cura l’addestramento delle forze di sicurezza afgane aggiungendo alcuni team di consiglieri militari e un centinaio di carabinieri ai 150 che già si occupano di assistere la polizia locale (60 sono già ad Adraskan, base a sud d Herat). In arrivo a inizio estate anche un nuovo battle-group, il quarto reparto da combattimento schierato dall’Italia in Afghanistan. Secondo quanto trapelato si tratterebbe di un battaglione dotato anche di mezzi pesanti composto da due compagnie di bersaglieri della brigata Garibaldi con cingolati Dardo e da una compagnia della brigata Pinerolo, la prima a disporre dei nuovi blindati ruotati Freccia. L’invio in Afghanistan di questi mezzi, al loro battesimo del fuoco, era stato anticipato in luglio dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e risulta gradito anche all’industria della difesa nazionale”