di Generazione Italia
Quello che sta accadendo in queste settimane sta cambiando il volto dell’Europa. L’allarme sull’Italia lanciato da Moody’s è subito rientrato. Ma attenzione: questo non vuol dire che va tutto bene. Anzi. Essendo il nostro Paese abituato da decenni a convivere con crescita economica bassa e alto debito pubblico, l’Italia sta “relativamente” meglio rispetto a Paesi che solo oggi scoprono questa malefica combinazione.
La situazione è drammatica. La Grecia è stata – di fatto – commissariata. È un rischio che il nostro Paese non corre. Ma anche in Italia servono decisioni forti. Forse il Governo non dovrà chiedere “lacrime e sangue” ai propri cittadini, ma sicuramente vanno adottate misure importanti. Per tagliare il debito pubblico e far ripartire l’economia. In Grecia il Fondo Monetario internazionale e l’Unione Europea hanno imposto misure draconiane su pensioni, dipendenti pubblici e relativi stipendi, liberalizzazione del mercato del lavoro e aumento delle imposte indirette.
In Italia non serviranno misure tanto drastiche, come quelle adottate dal Governo di Atene, ma gli ambiti di intervento dovranno essere i medesimi. Servono riforme in campi delicati, come pensioni, mercato del lavoro, pubblico impiego, spesa sanitaria. Provvedimenti apparentemente impopolari. Ma che aiuteranno la crescita economica e costruiranno un futuro radioso per famiglie, imprese e cittadini.
In questo momento difficile, il Ministro dell’Economia ha il grande e grave compito di delineare una strategia per l’Italia. Con l’ulteriore onere di immaginare un percorso di sacrifici da condividere con le forze responsabili presenti in Parlamento, partendo da Udc e alcuni settori del Pd.
Pierferdinando Casini ieri dalla Annunziata si è detto disponibile a interventi su “Riforme, pensioni e liberalizzazioni”.
Il Pd ha sempre dimostrato di avere a cuore il tema della riduzione del debito pubblico, come dimostrano tutti dati sul rapporto deficit/Pil negli anni di Governo di centrosinistra. Il loro errore è stato semmai quello di usare come unico strumento l’aumento delle tasse. Uno strumento non più proponibile. Adesso è il momento delle riforme coraggiose.
Da qui si deve ripartire. Mettendo da parte lo spirito di parte. C’è un bene superiore da salvaguardare: l’Italia.