Cremona: no alla chiesa cristiano-ortodossa

Sergio Bagnoli

A Cremona vivono circa tremila immigrati romeni, settemila in tutta la provincia: da un po’ di tempo, circa due anni, considerato anche il livello di integrazione, ormai, da essi raggiunto nella società locale, i rappresentanti della comunità hanno interpellato il comune della città del Torrazzo affinché venda loro, o lo affidi in comodato, un terreno inutilizzato su cui costruire un capiente edificio di culto da officiare secondo la confessione ortodossa. La richiesta un anno fa fu avanzata dal parroco della comunità, padre Doru Fuciu all’allora sindaco del Partito Democratico Giancarlo Corada il quale la rifiutò asserendo che in Italia vi è una netta e laica separazione tra Stato e Chiesa e che non rientra nelle competenze di una pubblica amministrazione garantire il benessere spirituale dei propri residenti. Peccato però che Comune e Provincia di Cremona, allora entrambe governate dalla sinistra, si fecero garanti della compravendita di un terreno destinato ad accogliere una comunità indù onde favorire l’etnia Sikh fortemente presente nella fiorente campagna della bassa padana. Oggi a Pessina Cremonese sta per essere inaugurato il tanto desiderato tempio. Pure in città, all'ombra del celebre Torrazzo, in Via Bibaculo esiste e continua tranquillamente ad essere frequentata una Moschea con annessa scuola coranica. Allah e le divinità indù, dunque, nella città “ delle tre T”, celebre per aver dato i natali ad uno dei maggiori attori della commedia all’italiana e cioè ad Ugo Tognazzi, continuano ad avere cittadinanza; non così si può dire invece per il Dio uno e trino di tutti i Cristiani. Durissima, infatti, l’opposizione in Consiglio comunale della Lega Nord contro il progetto desiderato dalla comunità romena. Qui la Lega Nord siede da un anno sui banchi della maggioranza ed insieme al Pdl sostiene il sindaco Oreste Perri, il famoso campione olimpionico di canoa. Il partito azzurro, di contro, è favorevole al progetto anche perché alle scorse elezioni amministrative, in aperto contrasto con l’ex sindaco di sinistra Corada, che aveva respinto la loro richiesta, i molti romeni aventi diritto di voto, sono ormai cittadini comunitari a tutti gli effetti, si sono proprio schierati, su indicazione del parroco ortodosso Doru Fuciu, con il sindaco- olimpionico. Il Vice- presidente della Provincia cremonese, il leghista Federico Lena, a proposito ha dichiarato che “ se si concede ai romeni la possibilità di professare liberamente il proprio culto religioso si creerebbe un pericoloso precedente e ci si dovrebbe poi arrendere alle richieste di tutte le altre comunità di stranieri esistenti in città” e, poi, ha aggiunto che “ sarebbe bene che i romeni quando immigrano in Italia inizino a vivere secondo le nostre tradizioni”. Come se l’Italia non fosse la culla del Cristianesimo! Poi sarcastico e perfido, riferendosi al recente discorso tenuto dal Ministro degli Esteri di Bucarest Baconschi in occasione della sua visita di stato a Roma, aggiunge” del contributo dei romeni all’economia italiana i miei connazionali avrebbero fatto volentieri a meno”. Presso la sede del partito di Alberto da Giussano di Cremona, poi, in materia si ascoltano i soliti luoghi comuni quali “ i romeni sono i peggiori, molto meglio albanesi, indiani e magrebini che non stuprano ammazzano o si prostituiscono ( a proposito sarebbe bene ricordare che la Polizia di Stato ha più volte indicato proprio la moschea di Cremona come un covo di integralisti)”. Il Pdl, però, in Consiglio comunale ha un disperato bisogno dei voti leghisti, sinora i “ padani” sono contrari all’approvazione del progetto al pari del Pd, per far approvare la variante urbanistica che prevede l’apertura di una cava, voluta dalla giunta regionale lombarda presieduta dal compagno di partito Roberto Formigoni, presso la rinascimentale chiesa di San Sigismondo e l’ospedale cittadino. Il sindaco Perri quindi ora propone uno scambio ai leghisti: voi votate la cava e noi respingeremo ogni richiesta presentata dalla comunità romena. Nella non lontanissima Verona invece altri leghisti, quelli capeggiati dal Sindaco Tosi, stanno mostrando maggiori aperture ed hanno acconsentito alla costruzione di un grosso complesso cristiano- ortodosso da parte della comunità di quel paese neo- comunitario. I romeni di Cremona sono sfiduciati: “ in Italia siamo considerati come i morti di fame dell’Unione europea, ci dicono a tutti zingari, persino gli extracomunitari sono più considerati di noi. Noi però, sottolineiamo, siamo cristiani ed europei”, dicono e poi accusano la Lega di difendere le ragioni degli altri solo perché assai astutamente molti immigrati albanesi e magrebini di religione islamica in Lombardia hanno preso la tessera del partito di Bossi. Oggi i romeni professano il culto cristiano- ortodosso nella piccola chiesa cattolica della Santissima Trinità, che non basta più a contenerli tutti. E’ stato il Vescovo cittadino Lanfranconi anni fa ad accoglierli ecumenicamente. Quanto accade oggi dimostra che sono figli di un Dio minore o, forse, che l’Italia si sta scoprendo sempre meno cristiana.

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