Salva Stati: Londra si rifiuta di partecipare al fondo europeo anticrisi

Londra non parteciperà al fondo 'salva stati', secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche a Bruxelles. La Gran Bretagna non intende partecipare con le proprie garanzie al fondo d'urgenza previsto per aiutare i paesi che si trovassero sotto i colpi della speculazione dei mercati. Lo strumento è stato in discussione a Bruxelles, in Commissione europea e poi in Ecofin, tra i ministri delle finanze della Ue. Si allungano però i tempi. I lavori dei 27 ministri finanziari della Ue – secondo quanto si apprende da fonti comunitarie – è stata al momento sospesa ed è invece al lavoro il Comitato economico e finanziario, per affrontare tutte le modalità tecniche del piano e tentare la quadratura del cerchio tra tutte le posizioni espresse al tavolo dei ministri. Il presidente Usa Obama ha chiamato la Merkel per discutere del problema Grecia.La posizione della Gran Bretagna – che non fa parte della zona dell'euro – anche se confermata non dovrebbe ostacolare il meccanismo di prestiti garantiti. Per la decisione non è richiesta l'unanimità, ma solo la maggioranza qualificata. A quanto si è appreso, al vertice dell'Eurogruppo di venerdì scorso, il presidente francese Nicolas Sarkozy ed altri leader hanno sottolineato la necessità di andare avanti comunque, anche senza avere il sì di tutti e 27 gli Stati membri.Il fondo 'salva Stati', per evitare altri rischi di default dopo quello della Grecia, dovrebbe funzionare come “un piccolo Fmi in versione europea o una piccola banca”. E' quanto indicano fonti diplomatiche, facendo riferimento alla creazione del meccanismo di stabilizzazione che la Commissione Ue sta preparando, su indicazione dei leader della zona euro. Il meccanismo – che dovrebbe essere in grado di mobilizzare tra i 60 e i 70 miliardi di euro – dovrebbe prevedere, così come avviene per i prestiti a favore delle bilance dei pagamenti dei paesi che non fanno parte dell'euro, la raccolta di fondi sui mercati da parte della Commissione Ue a sostegno degli Stati in difficoltà.L'emissione di titoli sul mercato sarebbe garantita dagli Stati membri in modo “esplicito”. Il sostegno della Banca centrale europea sarebbe “implicito”. L'Istituto di Francoforte, con decisione autonoma, sarebbe pronto ad agire acquistando titoli pubblici degli Stati con problemi di finanziamento sul mercato. Dal punto di vista legale, il meccanismo dovrebbe poggiare su una clausola del Trattato (122) che consente all'Unione europea di garantire un'assistenza finanziaria a stati membri che si trovino in “difficoltà” o siano “sotto seria minaccia di difficoltà”. La clausola fa riferimento a circostanze eccezionali, tra cui catastrofi naturali e avvenimenti che non si possono controllare.Sono continuati i colloqui di Silvio Berlusconi, con i leader europei, in vista delle riunioni sulle misure in difesa dell'euro. In particolare, informa una nota, il presidente del Consiglio ha parlato con José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea. Ed e' rimasto in continuo collegamento con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in partenza per l'Ecofin a Bruxelles. Il premier rimarrà in contatto per tutta la giornata con gli altri leader europei.http://notizie.tiscali.it/articoli/economia/10/05/09/fondo-europeo-anticrisi-no-londra-12345.html

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