Maggio, 32° anniversario della morte di due grandi eroi: Aldo Moro e Peppino Impastato

Il 9 maggio del 1978 in via Caetani a Roma, viene ritrovato il corpo di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di sequestro. Vanno dette alcune cose importanti e lasciar riflettere chi legge: Aldo Moro come tutti sicuramente sanno, e anche i più giovani, immagino hanno saputo, negli anni settanta e soprattutto dopo le elezioni del 1976, quando il PCI addirittura era vicino al sorpasso sulla Dc, vide il grande impegno di Aldo Moro, allora al governo di dar vita a governi di “solidarietà nazionale”, che avessero una base parlamentare più ampia, che comprendesse anche il PCI. Ma la cosa non piaceva, non piaceva agli alleati americani, per paura che l'ingresso di comunisti nei palazzi del potere potessero portarli a conoscere segreti,piani militari e strategie concordate con l'Italia contro l'URSS, poichè ci trovavamo in piena guerra fredda.
Non piaceva, quindi ai sovietici perchè sarebbe stato un cattivo esempio per tutti gli altri partiti comunisti d'Europa, perchè contro la natura comunista. Era impensabile che un partito comunista finisse con allearsi con i filo capitalisti e filo americani.
Non piaceva, dunque ai poteri occulti, e santificati in Italia che non vedevano bene quest'alleanza troppo profana ai loro occhi che avrebbe potuto minare l'ordine costituito (intrecci affaristici tra politica, chiesa, banche e capitale) concordato tra la DC, l'opposizione cuscino del PCI e i sindacati.

La strana linea della fermezza imposta da Berlinguer, le dihiarazioni di Cossiga circa gli intrecci tra Belinguer e Kgb sovietico, gli attacchi di Craxi al PCI e a coloro che nella DC sostenevano la politica della fermezza (o cone dico io, il decreto della morte di Moro) e che hanno portato alle BR a eliminare chi avrebbe sconvolto la storia, forse in meglio, forse no, del nostro Paese e di conseguenza dell'Europa intera. Allora, il 9 maggio ricordiamo il grande statista e una sua celebre frase:

“Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi”.

Aspettiamo la verità….vera.

Ma il 9 maggio 1978, oltre alla morte del grande statista democristiano, ci fu un altro avvenimento nefasto che non dobbiamo dimenticare, ed è la morte del giovane Peppino Impastato un giornalista radiofonico, e attivista della sinistra radicale, che ugualmente sconvolse le coscienze della società civile, specie perchè Peppino Impastato stava diventando un punto di riferimento per la lotta alla mafia e per il vivere civile.

Peppino Impastato, proveniente da famiglia mafiosa di Cinisi in Sicilia, reagisce con disgusto ed esce fuori dalla famiglia fino al punto di intraprendere una coraggiosa lotta contro la mafia, specie dai microfoni di “Radio Aut”, dove denuncia gli atti di mafia, e in particolare quelli della cosca di Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene ssassinato barbaramente dalla mafia con una carica di tritolo.

Dopo tante peripezie giudiziarie poco chiare, finalmente nel 2001, Badalamenti e il suo tirapiedi Vito Palazzolo vengono condannati all'ergastolo per l'omicidio di Peppino Impastato. Peppino Impastato avev risvegliato le coscienze del vivere civile, questa è una sua poesia:

“Un mare di gente, a flutti disordinati s'è riversato nelle piazze, nelle strade e nei sobborghi.
E' tutto un gran vociare, che gela il sangue, come uno scricchiolo di ossa rotte. Non si può volere e pensare nel frastuono assordante; nell'odore di calca, c'è aria di festa”.

Posso solo aggiungere, che sono pagine di storia, pagine di una triste storia che preferirei non accadesse più. Erano anni bui, anni che potrebbero tornare. Ma noi non abbiamo più bisogno di eroi morti ammazzati, vogliamo eroi vivi che cambiano in bene il nostro paese e che muoiano di vecchiaia.

Grazie Aldo Moro, grazie Peppino Impastato sarete sempre nei nostri cuori.

Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com

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