Servono due parole per rispondere all’onorevole Di Biagio

Caro dott. Viglia, ecco la mia risposta agli attacchi di Di Biagio; le porgo i piu' distinti saluti. Andrea Verde

Il diritto di dissentire, il dovere di spiegare

di Andrea Verde

Servono due parole per rispondere all'onorevole Di Biagio, che si è permesso di tacciare di gossip le critiche rivoltegli dalle catene mail, annunciando azioni legali contro gli autori delle stesse.

L’onorevole Guglielmo Picchi aveva dato il via al dibattito sull’opportunità della permanenza di Di Biagio quale coordinatore del Pdl nel Mondo. Lo spunto era dato dall’adesione di Di Biagio alle tesi del Presidente della Camera.

Ne é seguito un dibattito molto vivace, cominciato sui portali degli italiani nel mondo e proseguito nell’immancabile catena di mail, in cui ognuno puo’ esprimersi liberamente e democraticamente

Ieri Di Biagio si è incaricato di ripristinare immediatamente quel clima di guerra, senza il quale non riesce a sopravvivere e ad esprimersi. Per lui, le critiche al suo operato sono ” assurde comunicazioni sul mio conto,” fatte da “ alcuni referenti dalla dubbia credibilità umana e politica – che si sono arrogati il diritto di offendere e diffamare la mia persona ed il mio operato all’interno del settore e del partito”.

Poi l’annuncio di aver presentato denuncia contro questi referenti.

Di Biagio, con questa reazione, mostra un’assenza fisiologica democratica del rapporto tra coordinamento e militanti, che possono esprimersi, che piaccia o meno, anche con scambi di mail e con articoli sulla libera stampa. Non conosce il concetto laico di pubblica opinione; in lui autoritarismo e paternalismo prendono il posto del consenso e del dissenso, categorie politiche dell'Occidente .

I dissidenti sono tacciati di indegnità morale ed additati al pubblico ludibrio..

A questo avvelenatore di pozzi, dobbiamo soltanto ricordare che chi scambia la critica per odio e il lavoro giornalistico per gossip è soltanto un irresponsabile antidemocratico, mimetizzato dietro la connivenza di chi tacendo acconsente. Chi poi vuole usare la dietrologia ,sul passato delle persone, per trarne un miserabile vantaggio politico, non merita nemmeno una risposta.

Difendere la libertà di Di Biagio di votare in direzione secondo coscienza è doveroso, condannare l'aggressione su questo è obbligatorio, ma tacere sugli errori della sua gestione é impossibile. Tutto qui.

Le mozioni vanno distinte dalle emozioni. Il populismo non può pensare che uno choc emotivo centrifughi tutto, il diritto, la legittimità, i doveri dell'opposizione.

Vale per l'on Di Biagio, ma vale anche per tutti gli altri.

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