Il vicepresidente dell'Italia dei Diritti: “Ai genitori che adottano ricordo che come la natura anche le adozioni possono portare in dono bambini con peculiarità somatiche casuali”
“Questa posizione della Cassazione pone una seria riflessione etica e sociale sulla quale tutti siamo chiamati a un assunzione di responsabilità. Le adozioni hanno lo scopo precipuo di dare una famiglia, una casa e un futuro di benessere a bambini che hanno il diritto di crescere in condizioni migliori. Per questo rimango perplesso quando, invece, alcuni adulti intelligenti e maturi che ambiscono al ruolo di genitori pretendono di scegliere il figlio da adottare, nella vana e immorale ricerca di una sorta di razza ariana”. Il vicepresidente dell'Italia dei Diritti, Roberto Soldà, si pronuncia favorevolmente sul parere espresso di recente dalla Procura Generale presso la Corte di Cassazione, sollecitata da un esposto dell'associazione Amici dei bambini, in cui si dichiara contraria alla discriminazione razziale nelle adozioni internazionali dei minori, richieste da coppie italiane, a seguito del decreto con il quale il tribunale dei minorenni di Catania nel 2009 aveva concesso un'adozione a una coppia di coniugi che non voleva bambini neri o di etnia non europea.
Riferendosi alla decisione sul merito che, a breve, dovrà essere presa dalle Sezioni Unite Civili della Suprema Corte al fine di stabilire un orientamento giurisprudenziale, Soldà dichiara: “Spero che si faccia immediatamente chiarezza sgombrando il campo da qualsiasi equivoco, considerata la delicatezza del tema in questione”. Poi, il numero due dell'organizzazione che fa riferimento ad Antonello De Pierro ammonisce: “A quei genitori che avrebbero intenzione di adottare solo bambini dal colore della pelle e dall'etnia selezionati voglio ricordare che, come la natura può generare un figlio biologico con determinate caratteristiche fisiche, così anche le pratiche adottive possono portare in dono bambini con peculiarità somatiche casuali, ai quali va riservato comunque tutto l'amore di cui necessitano senza alcuna discriminazione razziale”.