Il Re nudo e la psicoanalisi

di Giordano Fossi

Un noto professore di neuroscienze e psicologia, Ramachandran, nel 2002 ha ricordato tre grandi rivoluzioni scientifiche del passato (alle quali aggiunge quella attuale che riguarda il cervello): quella copernicana, quella evoluzionista e la scoperta freudiana dell’inconscio. Alla seconda attribuisce il merito di aver privato l’uomo della sua aura di angelo e di averne fatto una scimmia, alla terza di avere scoperto che “l’uomo è governato da un insieme di motivazioni e di emozioni ignote alla coscienza e la sua vita conscia è solo una elaborata razionalizzazione post hoc tesa a nascondere le vere ragioni del suo comportamento”. L’Autore, senza rendersene conto, riesce in un sol colpo a dare una immagine inesatta dell’evoluzionismo e a fare un elogio della pseudoscienza. Darwin non disse mai che l’uomo è una scimmia, ma solo che è il prodotto della evoluzione di una scimmia. E precisò che questa conoscenza avrebbe cambiato le nostre conoscenze sulla psicologia umana. Con questo voleva dire due cose strettamente collegate: che la nostra attività psicologica è solo una forma di attività cerebrale e che le strutture del cervello sono modellate dalla filogenesi, in quanto sono stati selezionati quei soggetti dotati di certe caratteristiche che hanno trasmesse ai loro discendenti (filogenesi). Qualunque nostro comportamento (se vogliamo sposare una donna più giovane di noi di 30 anni, se siamo follemente gelosi, se abbiamo paura di un ragno e cosi via) esprime, in condizioni normali, la interazione fra una spiegazione distale (filogenesi) e una prossimale (ontogenesi ovverosia la influenza dell’ambiente in cui siamo vissuti). Le rivoluzionarie affermazioni freudiane sono solo una versione pseudoscientifica della teoria darwiniana. Non esistono motivi o emozioni inconsce, ma le determinanti inconsapevoli di motivi o sentimenti che possono solo essere solo coscienti. Un paio di volte anche Freud sostenne che non esistono emozioni inconsce. Ho citato questo esempio per dimostrare quanto sia ancora vivo il mito della psicoanalisi e quanto questa abbia preso dall’evoluzionismo. Anche se gli psicoanalisti non sono più come il prezzemolo, quando li si trovava a pontificare in ogni circostanza e su tutti i temi, anche se non troverebbero più un epistemologo disponibile a certificare la loro appartenenza al mondo scientifico, essi continuano ad avere un certo successo del quale, penso, sia utile capirne i motivi. La Psicoanalisi freudiana ha 4 radici: a) la collaborazione con Breuer (1893-1895) per il quale un trauma occorso mentre il soggetto era in stato ipnoide veniva rimosso provocando l’ isteria. Per fare guarire la paziente occorreva ipnotizzarla e farle ricordare il trauma risolvendo la amnesia post-ipnotica; b) Il romanticismo tedesco, che in contrasto con la razionalità dell’Illuminismo poneva una enfasi eccessiva sulla irrazionalità dell’inconsio, sulle caratteristiche del quale von Hartmann aveva scritto, già nel 1869, un libro di più di 1000 pagine; c) L’evoluzionismo di Darwin, dal quale aveva preso: la dualità dell’istinto, quello di vita dalla selezione naturale e quello sessuale dalla omonima selezione, la natura conflittuale della nostra vita psicologica, la dinamica fra dimensione conscia ed inconscia già descritta; d) La neurologia ottocentesca (definita introspettiva) secondo la quale il cervello era un organo inerte che doveva venire attivato da una energia, detta nervosa, che aveva caratteristiche qualitative e che investiva le idee (poste “fra un neurone e l’altro”, Freud 1899) per attivare il comportamento. Freud, nel 1885, aveva scritto un libretto per spiegare i rapporti fra il cervello e il comportamento che, visti i risultati, aveva voluto distruggere (se ne salvò una copia grazie a Marie Buonaparte e che venne pubblicata solamente nel 1955). Dopo un paio di anni, per costruire la psicoanalisi mise tutte le speculazioni del libro nell’inconscio. Non spiegò come erano andate le cose, ma fece derivare il tutto, la metapsicologia, dalla sua esperienza clinica e dalla analisi dei propri sogni, rendendola immodificabile. Creata questa pseudo entità, la fantasia degli psicoanalisti si è scatenata ponendosi in concorrenza con le religioni che dicono siano state 100 mila: una zona del cervello o qualcosa di profondamente diverso da questo; un calderone in ebollizione in grado di guidare con ferrea logica l’evoluzione psicologica e di conservare immutate le fantasie neo o prenatali; la sua conoscenza poteva guarire solo l’isterimo, poi un piccolo gruppo di nevrosi e poi diventò una vera panacea; una preparazione che richiedeva solo la lettura di un libro di Freud e l’analisi dei propri sogni, che si è trasformata in un training che dura dai 5 ai 10 anni se non di più. Ai tempi di Freud, chi la pensava diversamente doveva andarsene. In seguito, nessuno venne espulso per motivi teorici, dato che non si poteva decidere chi aveva ragione. Un solo esempio: due psicoanaliste caposcuola in cui una attribuiva il dramma dell’umanità al fatto che la nascita psicologica precedeva quella biologica, l’altra esattamente l’opposto. I vantati successi terapeutici (omosessualità, autismo infantile, schizofrenia, orgasmo clitorideo trasformato in vaginale et similia) sono diventati veri e propri scheletri nell’armadio. Alcuni psicoanalisti negli USA e, in Italia, il sottoscritto, hanno denunciato il dramma epistemologico della psicoanalisi, ma nonostante ciò alcuni hanno fatto carriera (anche io, del resto…) senza riuscire a cambiare qualcosa di importante. A partire dalle critiche di Popper (1934), la collocazione della psicoanalisi fra le pseudoscienze ha fatto passi da gigante così che, ormai, nessun esperto ritiene sia recuperabile. Personalmente, ritengo sia possibile farlo partendo dalle sue origini evoluzioniste. Lo fece anche Freud, nel 1927, quando dovette difendere un suo allievo dalla accusa di esercizio abusivo della professione medica, ma poi ha dimenticato di mettere in atto quanto aveva promesso di fare. Devo anche aggiungere che una psicoanalisi evoluzionista dovrebbe correggere anche l’errore di credere che la psicoterapia, utile per tanti aspetti della psicologia umana, sia in grado di far guarire da sola le gravi malattie psichiatriche. Come conclusione, dirò che è possibile che qualche collega legga quanto ho scritto e che gridi allo scandalo. Tuttavia, sarei veramente sorpreso se, finalmente, qualcuno mi dicesse concretamente in cosa ho sbagliato.(Laici.it)

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: